Salerno, gli anni 90 e quei valori da recuperare

24 ore all'insegna dell'amore per la Salernitana: il messaggio delle "vecchie glorie" ai giovani

Salerno.  

Amichevoli anticipate di tre ore pur di arrivare in tempo a Salerno, voli privati in piena notte, mattinata d'attesa alla stazione a causa dei treni in ritardo e lacrime di gioia non appena hanno calcato il manto erboso dell'Arechi. Per tutte le vecchie glorie della Salernitana è stato indubbiamente un fine settimana particolare, giusto connubio tra la passione per i colori granata e il senso di rispetto per una tifoseria che ha permesso a tanti di loro di disputare una carriera di altissimo livello. Descrivere a parole le emozioni provate da tutti quanti noi nelle ultime 24 ore è difficile, proviamo a sintetizzarle raccontandovi quanto abbiamo visto con i nostri occhi sabato sera presso un noto locale di Salerno. Un bambino di appena 7 anni ha osservato Giovanni Pisano e, piangendo, gli ha detto testualmente "mio padre e mio nonno mi hanno fatto crescere mostrandomi i tuoi gol a Salerno, in casa non si parla d'altro che di quella Salernitana", un'immagine emblematica e che fa capire, ove mai ce ne fosse bisogno, che la Salernitana versione anni 90 è entrata davvero nel cuore di tutti: degli ultras che riempivano lo stadio, delle vecchie generazioni che rimarranno sempre legate a quell'undici imbattibile, delle nuove generazioni che, attraverso aneddoti e racconti, sanno benissimo chi è "cavallo pazzo" o quanto fosse forte il capitano Roberto Breda.

Sabato sera Tosto, Pisano, Chimenti e Facci hanno cenato con alcuni esponenti del Salerno Club e, tra loro, si scherzava e si parlava di Salernitana come se il tempo si fosse fermato a 20 anni fa. "Ci ritroviamo dopo una vita, ci vogliamo bene e ci emozioniamo come fosse ieri" il parere unanime. "Perchè" come hanno ribadito Tosto e Pisano "quella squadra è stata amata dalla gente per i valori che incarnava, per quella capacità di essere una cosa unica con la città e con la tifoseria, per il rispetto nei confronti di chi metteva da parte i soldi per essere allo stadio". Ma quanto è cambiato il calcio di oggi rispetto al passato? Siamo certi che i componenti della Salernitana 2007-08 o 2014-15 vivrebbero allo stesso modo un serata tra loro per ricordare l'impresa del passato? Gattuso, Breda, Di Michele, Tedesco, Strada, Chimenti, Grassadonia, Facci, Di Napoli e tanti altri hanno calcato anche campi internazionali e vinto Mondiali e coppe, eppure nei loro occhi traspariva una grande emozione quando parlavano di Salerno, della Salernitana, della curva Sud, del compianto Siberiano, della trasferta di Bergamo, del rigore negato da Bettin, delle imprese all'Arechi contro le big del calcio italiano.

Quella squadra è stata amata non perchè vinceva e divertiva, ma perchè era composta da uomini, da professionisti seri, da gente che incarnava i veri valori dello sport e della vita. Che queste 48 ore, al di là della splendida iniziativa di beneficenza (complimenti ancora a Lotito, Mezzaroma e Fabiani), servano a tutti, soprattutto:

-alla società, che deve assolutamente riconquistare le nuove generazioni del tifo attraverso una serie di iniziative promozionali che coinvolgano provincia e città 365 giorni all'anno. Si sono vinti tre campionati e due coppe, eppure il trasporto emotivo generale non è stato lo stesso degli anni 90: si lavori in questa direzione

-ai tifosi, affinché ritrovino quel sentimento autentico che va oltre classifica, mercato e avversario di turno

-ai club, agli ultras, allo zoccolo duro, sperando che i sempre presenti possano trasmettere il loro amore ai figli, ai nipoti, agli studenti, a tutti coloro che stentano ad emozionarsi per la Salernitana. 

Mille, diecimila iniziative come quelle di ieri, con l'obiettivo di tornare "ai vecchi tempi" e di ricostruire un Arechi fortino inespugnabile e profondamente innamorato.

Gaetano Ferraiuolo