Del Grosso: "Arbitraggi e partite strane, ci spedirono in B"

Lo sfogo dell'ex terzino: "Il Perugia vinse a Udine dopo tante sconfitte. Con Oddo prima..."

Salerno.  

Intervenuto telefonicamente durante la trasmissione "Granatissimi" in onda ogni martedì su Ottochannel (canale 696 del digitale terrestre), l'ex difensore della Salernitana Alessandro Del Grosso ha ricordato i momenti salienti della sua esperienza con la maglia granata battendo molto sull'ingiusta retrocessione dalla A:

Quando si parla di Del Grosso, la mente vola allo stadio San Siro...

"Non vi nascondo che ripenso spesso a quel pomeriggio. Eravamo nel tempio del calcio, davanti ad una platea importante e contro un avversario che poi vincerà il titolo di campione d'Italia. Già in passato avevo provato a far gol da quella posizione, a Milano ci sono riuscito e la gioia fu immensa: basta vedere l'immagine dell'esultanza per capire quanto fossi felice, non sapevo come esternare la mia felicità. Solitamente colpivo la traversa o i portieri facevano parate incredibili, in quel caso sfruttai al meglio la sponda di Giampaolo e feci partire un tiro a volo che si insaccò all'incrocio dei pali. Mi emoziono anche a tanti anni di distanza"

In generale fu un anno ricco di soddisfazioni nonostante la retrocessione...

"Sicuramente sì. Affrontammo e battemmo l'Inter di Ronaldo, la Juventus di Zidane e la Roma di Totti, pareggiammo contro una grandissima Fiorentina e ponemmo le basi per un grande futuro, peccato davvero per una retrocessione assolutamente immeritata, frutto di situazioni alquanto anomale"

Ti riferisci a qualche episodio in particolare?

"E' una retrocessione che grida vendetta. Il Perugia, reduce da 7-8 sconfitte di fila in trasferta, alla penultima giornata andò a vincere 2-1 sul campo dell'Udinese che lottava per l'Europa. Non dimenticherò mai il rigore non fischiato alla Salernitana a Piacenza, c'era un fallo nettissimo su Giacomo Tedesco e Bettin non se la sentì di indicare il dischetto. Arbitraggi e partite strane, un mix che ci condannò alla retrocessione"

E se Oddo fosse arrivato prima?

"Indubbiamente l'arrivo del mister coincise con una svolta, vincemmo tantissime partite perdendo soltanto a Cagliari e pareggiando a Venezia, Bari e Piacenza. Una squadra forte, con giovani di grandissimo livello, probabilmente il cambio di guida tecnica poteva incidere ancora di più se fatto prima. In generale, però, ho la sensazione che saremmo retrocessi anche se avessimo schieato undici fenomeni. Qualcuno ha voluto che andasse così"

All'epoca l'Arechi era sempre pieno, oggi la media è di 9mila spettatori. Quanto è cambiato il tifo salernitano?

"Il mondo del tifo è cambiato in generale, prima non c'erano tutte queste tv. Salerno, però, resta un'isola felice del calcio italiano: ci sono squadre di A che non arrivano a 9mila spettatori. L'Arechi è davvero il dodicesimo uomo in campo, può diventare il tredicesimo e il quattordicesimo se la squadra trascina la gente con l'attaccamento alla maglia e la professionalità".

Gaetano Ferraiuolo