La Salernitana ritrova "Ringhio" Gattuso

L'allenatore è nel cuore del pubblico granata

Salerno.  

Dopo Roberto Breda, i tifosi della Salernitana si preparano a salutare un altro pezzo di storia granata. Sabato prossimo, per la seconda volta, il cavalluccio marino ritroverà in veste di avversario Gennaro Gattuso, un allenatore che si sta facendo strada e che è diventato beniamino del pubblico pisano non solo per gli ottimi risultati sportivi raggiunti, ma anche per un atteggiamento sempre positivo e propositivo nei momenti di maggiore crisi societaria. "Si era già capito potesse fare il mister da grande, a 20 anni ci dava consigli come fosse uno dei più esperti" disse ai nostri microfoni Alessandro Del Grosso qualche settimana fa elogiandone il lato caratteriale e umano, del resto tutti ricorderanno un calciatore giovane anagraficamente, ma pronto a scendere sempre in campo con la grinta e la personalità del veterano. La storia di Gattuso a Salerno è alquanto nota. La Salernitana, ultima in classifica e con una lacuna evidente in mediana, decise di investire una bella cifra per un giocatore che desiderava rientrare in Italia dopo l'esperienza scozzese. Partito Giovanni Tedesco, patron Aliberti acquistò a titolo definitivo il cartellino di "Ringhio", convinto di aver centrato un autentico colpo di mercato.

I fatti gli diedero ragione. In pochi giorni, il centrocampista calabrese conquistò un posto da titolare e trascinò dalla sua parte anche i più scettici a suon di prestazioni tutto cuore, muscoli e polmoni, proprio lo spirito che pretende la torcida granata. Come dimenticare l'esultanza sotto la Sud dopo l'autorete di Bilica, il duello da brividi con Edgad Davids, i contrasti vinti con Ronaldo, Rui Costa, Stankovic, Zamorano, Zidane e tanti altri fuoriclasse ai quali "morse le caviglie" scatenando l'entusiasmo del pubblico. Nella penultima sfida col Vicenza fu in assoluto tra i migliori in campo, indimenticabile il suo sguardo rivolto ai compagni mentre i 40mila dell'Arechi intonavano il coro "Io ti voglio dire", con tanto di frase "vi facciamo una testa così" dedicata ai difensori avversari. A Piacenza, invece, lasciò il campo quasi in lacrime dopo essere stato tra i protagonisti della rissa post partita, momenti sportivamente parlando drammatici preludio alla vera e propria tragedia consumatasi 24 ore più tardi e che lo scosse profondamente pur essendo, ormai, promesso sposo del Milan. A distanza di tempo, Gattuso ricorda ancora con affetto la sua esperienza a Salerno e, durante la festa promozione al "Vestuti" organizzata dal Salerno Club, si espresse così: "Non penso di meritare tutto quest'affetto, in fondo sono stato lì per pochi mesi e non siamo neanche riusciti a raggiungere l'obiettivo. Quando l'Arechi spinge dà una grossa carica, quella curva era il mio doping e ho capito subito che, per la gente, la Salernitana non è una squadra di calcio ma una fede".

Gattuso è tornato all'Arechi due volte: da avversario nel girone d'andata (0-0, brutta partita e gol regolare non convalidato a Donnarumma) e come testimonial della manifestazione pro Amatrice organizzata dalla Salernitana. "Ha fatto di tutto per esserci, è un onore accogliere un campione come lui" disse patron Mezzaroma in conferenza stampa elogiandone lo spirito di sacrificio e il senso di attaccamento. "Era il minimo che potessi fare, torno sempre volentieri a Salerno e un giorno, chissà, le strade potrebbero incrociarsi di nuovo. Ci penserei bene, però: quando hai fatto bene da calciatore e sei stimato, è un rischio ritornare" dichiarò ai cronisti presenti. Sabato sarà anche la sua partita, siamo certi che una parte del suo cuore, dopo il 90', tornerà a tifare Salernitana.

Gaetano Ferraiuolo