Salerno Club, ovazione per Fabiani: "Sei grande, resta qui!"

"Abbiamo sempre creduto in te!". Sui social ds contestato, ma la storia insegna che...

Salerno.  

Protagonista assoluto della festa del Salerno Club 2010 è stato il direttore sportivo della Salernitana Angelo Mariano Fabiani, accolto trionfalmente non solo dal presidente Salvatore Orilia, ma anche da tutti i soci dello storico gruppo della tifoseria granata. "Uno di noi" e "Resta a Salerno" i due cori dedicati all'esperto dirigente, artefice della promozione in serie B della stagione 2014-15 e capace di avviare un progetto ambizioso e lungimirante che mira senza mezzi termini al salto di categoria. "Sono molto onorato di essere amico di Angelo Fabiani, una persona che stimo e che ha dato una grossa mano alla nostra Salernitana. Nel calcio contano i risultati, lui qui è tra i più vincenti in assoluto e chi contesta ha evidentemente memoria corta. Speriamo che resterà anche in futuro" ?ha detto Orilia ai nostri microfoni, un pensiero condiviso dall'addetto stampa Andrea Criscuolo, dai membri del consiglio direttivo e da tanti tifosi che lo hanno applaudito invitandolo a rifiutare la proposta del Palermo. "?Non credo di meritare tutto questo affetto, sono solo un professionista al servizio della società Salernitana. In primis vanno ringraziati Lotito e Mezzaroma, poi l'allenatore e tutti i calciatori che stanno dando il massimo. Con l'unione di tutte le componenti vedrete che potremo toglierci altre soddisfazioni, dovete soltanto avere un po' di pazienza" ?ha dichiarato lo stesso Fabiani, al quale il Salerno Club ha donato due targhe riportanti frasi belle e significative: "I fratelli li sceglie Dio, Fabiani l'ho scelto io" e "Al grande Fabiani: abbiamo sempre creduto in te, il tempo ci ha dato ragione. Gli amici del Salerno Club 2010".

La storia. ?Personaggio talvolta ritenuto scomodo per alcune decisioni apparentemente impopolari, personaggio che difficilmente lascia trasparire le proprie emozioni, ma che ha pianto di gioia quando la Salernitana ha vinto il campionato. Amato o odiato- sportivamente parlando- talvolta contestato da una parte di tifoseria mai tenera nei suoi confronti (più sui social che allo stadio, in verità), ma per Angelo Fabiani parlano i numeri. Arrivato a Salerno nel 2007 in una situazione sportivamente parlando drammatica, il ds mise ordine in uno spogliatoio in subbuglio contribuendo alla salvezza dei granata sancita dal sofferto 4-3 sull'Ancona in uno stadio semideserto e in contestazione. "?Entrare all'Arechi senza sentire il calore del pubblico fa male a chi ama questo sport, il primo obiettivo è quello di riportare la gente sugli spalti perchè, da soli, non si va da nessuna parte" ?dichiarò in conferenza stampa. In estate allestì una rosa di grande spessore per la categoria ufficializzando gli ingaggi di Pinna, Fusco, Troise, Milanese, Ciarcià, Mamede e Di Napoli, "tanta roba" per la C1. All'atto della presentazione in Piazza della Concordia, in presenza del Sindaco De Luca, della proprietà e di oltre 8mila persone, promise la serie B asserendo che "nessuna grande squadra può prescindere da un grande tifo, in questo Salerno non è seconda a nessuna piazza in Italia. Mi hanno chiamato per vincere, vogliamo riportare la Salernitana dove merita". ?Al netto di una cavalcata trionfale, Fabiani ebbe il coraggio di esonerare un allenatore primo in classifica a +5 dalla seconda all'indomani della sconfitta di Taranto, una scelta apparentemente esagerata, ma dettata dalla volontà di tenere alta la guardia e di responsabilizzare lo spogliatoio. La B fu raggiunta matematicamente nella sfida interna col Pescara, quando in 32mila lo portarono in trionfo insieme a Murolo e Lombardi festeggiando la salvezza l'anno dopo, quando la società decise di iniziare un nuovo percorso accantonandolo a metà aprile prima di risolvere consensualmente il contratto. I fatti e la storia insegnano che gli ingaggi faraonici propinati dal ds Acri e una miriade di acquisti sbagliati (Polito, Caputo, Sedivec, Jadid, Capone, Pepe, Statella, Millesi, Stendardo e tanti altri) e onerosi costarono categoria e sopravvivenza.

Richiamato al capezzale della Salernitana nel 2014 dopo una riunione fiume nella sala conferenze dell'Hotel Mediterranea (con tanto di esonero per Susini e Giubilato) Fabiani ebbe il merito di calarsi immediatamente nella realtà della piazza assumendo in 15 giorni decisioni perentorie e assai utili alla causa: via gente poco motivata (famoso il caso Guazzo), esonero di Perrone, avvento di un sergente di ferro come Gregucci e acquisto di persone di esperienza e carattere come Gori, Bianchi, Scalise e Pestrin, una scommessa vinta in barba a tanti contestatori addirittura pronti a scendere in piazza per protestare. Il Fabiani bis portò in dote la prima coppa Italia della storia e la qualificazione ai play off, persi a Frosinone per 2-0 contro una squadra che, con lo stesso organico, approdò in serie A, ma che in regular season fu messa alle corde dalla Salernitana. Appuntamento con la B rimandato di pochi mesi: il 2014-15 sancì il ritorno dei granata nel calcio che conta a suon di record e vittorie. Neanche il caso Somma (al quale fu consegnata una grandissima squadra) scalfì l'entusiasmo del ds, capace di portare in Prima Divisione gente come Colombo, Lanzaro, Calil, Gabionetta, Moro, Negro, Franco e Favasuli, una corazzata che seppe prendere il volo e riconquistare le folle.

Dopo un anno di assestamento in cadetteria (le operazioni di mercato in entrata furono frenate dai contratti di alcuni calciatori acquistati in Lega Pro e che non vollero andare via), Fabiani ha posto le basi per un grande progetto futuro assicurandosi a parametro zero le prestazioni di numerosi calciatori che, ad oggi, rappresentano un patrimonio tecnico ed ecomico per la società. Su tutti Massimo Coda, Alfredo Donnarumma, Valerio Mantovani, Alessandro Bernardini e Moses Odjer, un capolavoro che può passare inosservato soltanto a chi giudica il suo operato con qualche pregiudizio di troppo. Non vanno dimenticate anche le plusvalenze realizzate con Empereur e Gabionetta (incasso vicino al milione di euro), l'intelligente operazione Caccavallo, l'ingaggio di Rosina, il cordone ombelicale tagliato con la Lazio, la capacità di avvicinare la Salernitana al territorio e di porsi a protezione di una società che, a giugno, dovrà discutere del suo rinnovo contrattuale. Alla finestra c'è il Palermo (e non solo), ma perdere un dirigente così esperto e navigato significherebbe ripartire da zero e perdere terreno: se oggi la Salernitana punta ai play off e al salto di categoria lo deve anche ad Angelo Fabiani. Gli errori di valutazione ci sono stati, del resto chi opera è portato ad errare soprattutto quando il budget a disposizione dipende da altre persone. Ma il ds è tra i più vincenti di sempre a Salerno. Lo dicono i numeri, lo insegna la storia. Nel calcio e nella vita conta solo questo

Gaetano Ferraiuolo