Nalini batte Lotito, Crotone salvo: retrocede l'Empoli

L'ex granata vive una notte magica dopo mesi di anonimato

Salerno.  

In una serie A tecnicamente modesta e che non emoziona più come una volta, fortunatamente tutti gli appassionati hanno potuto vivere un fine settimana all'insegna dei colpi di scena e del divertimento. Nel pomeriggio l'addio al calcio di Francesco Totti in un Olimpico completamente pieno e che ha tributato i giusti onori a una delle ultime bandiere del calcio italiano, nello stesso giorno in cui un ragazzino di appena 16 anni segnava sotto la Sud regalando qualche attimo di preoccupazione al fischiatissimo Spalletti. Stiamo parlando di Pellegri, un autentico predestinato: quando a novembre affrontò la Salernitana con la maglia della Primavera del Genoa parlammo di un calciatore destinato a una grandissima carriera, già pronto per la prima squadra. Non sono mancati sul web i classici sfottò dei tifosi granata nei confronti di rivali del Napoli che, in virtù della vittoria al 90' dei giallorossi, sono rimasti al terzo posto: pur avendo giocato un ottimo calcio, i ragazzi di Sarri hanno conquistato un risultato sportivo addirittura peggiore rispetto allo scorso, conferma che nello sport conta solamente la classifica e non l'estetica. Ieri sera, invece, abbiamo conosciuto ufficialmente il nome della terza retrocessa: a far compagnia a Pescara e Palermo sarà l'Empoli, sconfitto al "Barbera" e meritatamente in cadetteria al termine di un'annata in cui la compagine toscana ha giocato malissimo perdendo una serie infinita di partite. Troppe per meritare la massima categoria. Un plauso al Palermo che, pur ormai condannato e senza obiettivi, ha onorato il campionato mettendo a tacere tutte quelle voci che parlavano di "biscotto" in virtù della strana e rivedibile legge sul "paracadute" che concede incentivi milionari a chi perde.

Si salva, invece, il Crotone, un autentico miracolo sportivo operato da una dirigenza di spessore e che ci ha sempre creduto anche quando i punti erano appena 9 dopo la fine del girone d'andata. A decidere la partita una doppietta dell'ex Salernitana Andrea Nalini che ha trafitto due volte il portiere Strakosha (compagno di squadra proprio a Salerno) regalando un dispiacere a patron Lotito, quello che, insieme a Mezzaroma, Mariotto e Susini, lo scovò dai campetti sterrati della serie D facendogli sottoscrivere un contratto di tre anni tra i professionisti. Che Nalini sia un ottimo calciatore è fuori discussione: talento, corsa, duttilità tattica, generosità e tanta qualità. A Salerno è stato determinante per la vittoria del campionato di Lega Pro e ha inciso anche nel finale di stagione in B con Menichini, quando ha siglato 4 assist decisivi pur non essendo al top della forma. Quest'anno uno con le sue caratteristiche è mancato tanto e la prestazione di ieri aumenta il rimpianto per ciò che poteva essere e non è stato: un peccato averlo perso a parametro zero a giugno, al termine di una telenovela che forse andava gestita diversamente e che ha diviso l'opinione pubblica.

Da un lato chi ha attaccato la società per non avergli rinnovato il contratto a tempo debito offrendo cifre convincenti, dall'altro chi ha parlato di ingratitudine soprattutto perchè è stato sostenuto e aspettato pur essendo stato sovente infortunato. I soliti critici social, invece, hanno colto l'occasione per attaccare la dirigenza granata (ci sono paginette facebook che davvero vivono in attesa di eventi utili a destabilizzare e a criticare la Salernitana, un qualcosa di estremamente triste) trasformando Nalini nel nuovo fuoriclasse del calcio italiano. Per quanto bravo, l'ex Virtus Vecomp è stato considerato da Nicola una riserva fino a metà marzo (non a caso a gennaio si parlava di possibile cessione) esplodendo nel finale di stagione e dando un contributo alla salvezza dei pitagorici. Di certo c'è che attaccare Lotito, Mezzaroma e Fabiani ogni qualvolta un calciatore che ha transitato a Salerno si esprime bene altrove è esercizio stucchevole e che non serve assolutamente a nulla: purtroppo, però, a Salerno l'erba del vicino è sempre più verde e chi indossa la maglia granata è sempre più scarso di chi la indossava prima. Del resto 6 presenze da titolare in 38 partite sono obiettivamente pochine...

Gaetano Ferraiuolo