Tra chi vuole tutto e subito e il calcio ai tempi dei social

L'erba del vicino è sempre più verde, a Salerno in modo particolare

Salerno.  

La premessa è d'obbligo: siamo in democrazia è ognuno è libero di dire e pensare quello che vuole, soprattutto in una materia opinabile come quella calcistica. Onestà imporrebbe, tuttavia, di giudicare e commentare quanto accade non per sentito dire, ma perchè si è a conoscenza dei fatti, senza cercare volutamente e pretestuosamente il pelo nell'uovo con l'unico obiettivo di destabilizzare un ambiente che si può dividere ormai in due fazioni: da un lato i tifosi della Salernitana, quelli che costituiscono il valore aggiunto, che sono presenti allo stadio e che hanno tutto il diritto di criticare se lo spettacolo non piace, dall'altro quel popolo social che, dall'avvento di Lotito e Mezzaroma ad oggi, è diventato esperto di mercato, economia aziendale, gestione di una società di calcio, marketing, settore giovanile e diritto sportivo. Sarà pur vero che dopo anni e anni di delusioni è doveroso sperare in un salto di qualità soprattutto in virtù delle imponenti potenzialità economiche dei presidenti, ma pretendere tutto e subito, sminuire il percorso sportivo fatto dal 2011 a oggi e pensare che l'erba del vicino sia sempre più verde è un errore che Salerno non può assolutamente permettersi. La Salernitana acquista Rosina? E' un calciatore a fine carriera a cui non andava fatto un triennale. Il Bari prende Brienza? E' un grande colpo di mercato. La Salernitana vince? L'avversario era scarso. La Salernitana perde? Chissà quale oscura manovra c'è dietro. Si acquista un giovane? E' un "babà" della dirigenza. Lo acquistano altri? La società non vuole programmare e investe soltanto nei "vecchi". "Purtroppo nel calcio sono tutti incontentabili: c'è chi la vuole cotta e chi la vuole cruda: chi mi acclama oggi mi prenderà a calci domani, in base al criterio della memoria corta che non mi è mai piaciuto" ha detto più volte Marco Mezzaroma, uno di quelli che ha chiesto equilibrio nei giudizi, ma che spesso ha dovuto fare i conti con una piazza passionale, quanto umorale e che pretende tutto e subito dimenticando che, per costruire un progetto serio, ci vuole tempo: se poi si vuole fare come il Pescara o altri club promossi in A e retrocessi con 15 punti è un altro discorso. Oggi, 29 maggio, si pretende in un minuto il nome dell'allenatore, la notizia della riconferma di Coda, l'ufficialità di 4-5 acquisti possibilmente di categoria superiore, il centro sportivo, un settore giovanile che vinca contro chiunque, operazioni di marketing, Salernello, prezzi bassi di abbonamenti e biglietti, una società sempre presente sul territorio, Delio Rossi in panchina. E poco importa se realtà importanti quanto e più di Salerno stanno fallendo di nuovo o da anni vivacchiano in Lega Pro.

Di esempi di "incoerenza" social ce ne sono a bizzeffe. L'arrivo di Minala e il mancato acquisto di Crimi (mica Lampard) avevano scatenato folle "virtuali" pronte a disertare in massa lo stadio, oggi si rimpiange Menichini che è stato contestato anche quando batteva record su record, si invocava l'acquisto del cavalluccio, ma la media spettatori è rimasta più o meno la stessa nel tempo, si critica a prescindere la dirigenza esaltando contemporaneamente Coda, Bernardini, Vitale e Donnarumma, quattro colpi a parametro zero che hanno fatto la fortuna della società. Sia chiaro:nessun "osanna" a prescindere nè volontà di prendere le difese di qualcuno per interessi personali (chi afferma il contrario lo dimostrasse in modo tangibile, non per antipatie personali), quanto raccontare i fatti e rinfrescare la memoria a chi reputa normale vincere tre campionati e due coppe in 4 anni e che pretende immediatamente la serie A dimenticando che si è ripartiti da Budoni, Boville e Selargius. Ora l'assist per la critica è dato dalla doppietta di Nalini nella sfida tra il Crotone e una Lazio senza obiettivi di classifica: Andrea è un ottimo giocatore, è stato un peccato perderlo a parametro zero, ma dovrà sempre dire grazie alla Salernitana e, in fondo, ha giocato 5 volte su 38 da titolare in una squadra a lungo penultima in classifica. Tra il tormentone multiproprietà (uno dei falsi storici più clamorosi di sempre) e paginette facebook che vivono per criticare chiunque 24 ore su 24 per poi tornare nell'anonimato quando la Salernitana vince, diventa davvero difficile creare il clima giusto per spingere i granata verso un grande progetto.

Si prenda esempio dalla curva Sud, da quello zoccolo duro che garantisce presenza incondizionata e che non bada agli acquisti, alle strutture sportive, ai nomi dei calciatori e alle operazioni di mercato. Salerno, grandissima piazza che quando vuole può far vincere una partita da sola, nella storia è stata 2 anni in serie A: non per colpe proprie, certo, ma una riflessione sarebbe obbligatoria. Ci si goda quanto si ha ora: una società serissima e forte, una dirigenza che vince (lo dicono i fatti, il resto sono chiacchiere che non contano nulla), una squadra che ripartirà da un'ottima base e che ogni anno migliora il risultato sportivo della stagione precedente, una ritrovata credibilità a livello nazionale, la possibilità di arrabbiarsi per il calciomercato e non per punti di penalizzazione o sentenze giudiziarie. Certo, gli errori sono stati commessi ed è giusto da parte di tutti rimarcarli, per obiettività e non pretestuosamente e a priori. Si abbia però anche l'onestà di fare un passo indietro quando i fatti danno ragione a chi è pagato per operare e, probabilmente, ne capisce un pochino in più. Con la certezza che, quando si vincerà ancora, i primi a salire sul carro saranno quelli che oggi caccerebbero via tutti. E che forse non c'erano quando si chiamava Salerno Calcio o un imprenditore americano parlava di alberghi sottomarini...

Gaetano Ferraiuolo