Il primo acquisto? La simbiosi con la tifoseria

In questi anni tante iniziative, ma si può fare di più per far esplodere l'entusiasmo della gente

Salerno.  

Il tempo del calciomercato è ancora lontano, ma sul web già circolano i primi nomi per la Salernitana del futuro. Tra ipotesi fantacalcistiche, solite notizie di presunti esperti (su 500 calciatori, almeno uno ogni tanto si può anche indovinare) e trattative più realistiche, tanti tifosi si stanno concentrando sulla necessità di allestire una rosa in grado di disputare un ottimo campionato. Da questo punto di vista, in realtà, la società e la dirigenza non avrebbero certo bisogno di consigli: dal 2011 ad oggi, infatti, i granata hanno sempre raggiunto l'obiettivo prefissato migliorando ogni anno il risutlato sportivo ottenuto nella stagione immediatamente precedente. C'è un altro aspetto, invece, che andrebbe trattato approfonditamente e nel dettaglio: la capacità di coinvolgere la piazza e la tifoseria 365 giorni all'anno e non solo quando bisogna recarsi al botteghino per pagare il biglietto. Anche sotto questo aspetto, negli ultimi 2-3 anni, ci sono stati tanti passi in avanti: presenza costante ogni qual volta è stato inaugurato un club, adesione a innumerevoli iniziative a scopo benefico, prezzo degli abbonamenti accessibile, agevolazioni per studenti, donne, anziani e giovanissimi, contatto diretto con la provincia e con tutti i tifosi residenti in altre regioni d'Italia e che vivono la passione sportiva a distanza pur rappresentando un esempio di attaccamento alla maglia e senso di appartenenza.

"Si può fare sempre di più" ha ribadito in questi giorni patron Marco Mezzaroma e in effetti la Salernitana che verrà non può prescindere dal fondamentale apporto del pubblico amico. Un pubblico che, come detto, ha bisogno di sentirsi coinvolto e incentivato ogni giorno attraverso operazioni simpatia e iniziative promozionali che possano garantire la presenza sugli spalti di almeno 4-5mila persone inpiù in media. La sensazione, stavolta, è che non basterà il colpo ad effetto o puntare dichiaratamente alla A per riavvicinare all'Arechi quella fetta di pubblico che fatica a ritrovare entusiasmo nonostante gli ottimi risultati conquistati in questi anni. Anzitutto bisogna recuperare le nuove generazioni, quei ragazzi fino ai 13-14 anni che non riescono ad innamorarsi della prima realtà calcistica cittadina e che si emozionano per i gol di Insigne, per lo scudetto della Juventus o per le prodezze di Icardi, Bacca, Salah ed Higuain. Come? Di idee ce ne sarebbero tante: dalla presenza più costante nelle scuole a pacchetti appositi a prezzo simbolico passando per mirate operazioni di marketing che si estendano anche alla vastissima provincia. Si può prendere esempio anche da quanto fatto in passato dalle precedenti gestioni societarie. Presentare la squadra nel cuore della città prima dell'inizio del campionato ha sempre riscosso un grande successo e, non a caso, nei giorni immediatamente successivi si è triplicato il numero di abbonamenti venduti. E se per gli allenamenti a porte aperte ci sono problemi logistici (e Fabiani spesso si è assunto pesanti responsabilità in prima persona pur di accontentare la gente), nulla vieta di avvicinare i protagonisti del campo a quei tifosi che sognano l'autografo del calciatore, la foto con l'allenatore e il confronto con chi, ogni sabato, fa battere il cuore a suon di gol, parate e azioni spettacolari.

In fondo basta poco per riaccendere l'entusiasmo di un tempo, per far sì che la Salernitana e la tifoseria siano una cosa sola trascinandosi a vicenda dalla prima all'ultima giornata. Ricordate cosa accadde nel 2011, quando un gruppo di calciatori decise di giocare gratis creando una simbiosi straordinaria con la gente? Il pallone rotolava praticamente da solo nella porta avversaria e, gradualmente, si passò da 2000 paganti a 32mila spettatori in festa, innamorati della maglia a prescindere dal risultato. A Salerno il "fattore dodicesimo" può contare più dell'acquisto di un bomber o di un grande portiere. L'importante è lavorarci e mettere in campo tutte le iniziative necessarie per trasformare l'Arechi in quella polveriera che, in passato, ha fatto tremare le gambe a tutte le big del calcio italiano. E' nell'interesse di tutti, è per il bene della Salernitana.

Gaetano Ferraiuolo