Alfabeto Granata: dalla A alla Z la stagione 2016-17

Calciatori, dirigenti, tifosi: tanti i protagonisti annunciati del campionato del riscatto

Salerno.  

Salernitana, finalmente si parte. Ora la parola passa al rettangolo verde e da stasera bisognerà fare sul serio. Abbiamo provato a rivivere emozioni e sensazioni di questi lunghissimi mesi estivi attribuendo un significato specifico ad ogni lettera dell'alfabeto, una sorta di rubrica che ci auguriamo porti fortuna: 

A come Aspettative, quelle di una tifoseria profondamente scottata dai risultati negativi dello scorso campionato, ma che non può non avere fiducia in una società che, numeri alla mano, ha svolto un lavoro straordinario in appena cinque anni. Ovviamente toccherà alla Salernitana dimostrare sul campo di meritare l'affetto di una tifoseria che, a prescindere da tutto, farà come sempre la propria parte

B come Benevento, al primo campionato di serie B dopo aver duellato con la Salernitana, un testa a testa memorabile, estenuante ed entusiasmante. I giallorossi hanno battezzato la stagione dei granata perdendo soltanto dopo la lotteria dei rigori, la sensazione è che entrambe le compagini saranno protagoniste di un ottimo campionato. Importante anche il rapporto di amicizia nato tra le due tifoserie, unite dal coro “Chi non salta è di Avellino” che scaldò i 6000 del “Vigorito”

C come Coda, riconfermato e blindato con un rinnovo contrattuale che gli permetterà- si spera- di aprire un ciclo vincente a Salerno. Un anno fa ha alternato prestazioni negativi a gol fondamentali, con un fenomeno come Rosina alle spalle potrà migliorare lo score della passata stagione.

D come Dodicesimo uomo, quella componente che, a Salerno, è decisiva per davvero e non per frase fatta. Se la Salernitana è riuscita nell'impresa di passare dalla D alla B in quattro anni lo deve soprattutto ad un pubblico protagonista e mai semplice spettatore. E' la curva il vero bomber della Salernitana, già pregustiamo un Arechi da brividi il prossimo 4 settembre.

E come Entusiasmo, che obiettivamente manca in città nonostante gli arrivi di Vitale e Rosina, due top player per la categoria. Toccherà anche alla società coinvolgere maggiormente i tifosi attraverso una serie di operazioni simpatia atte a far sentire il tifoso parte integrante della vita della Salernitana 365 giorni all'anno. Basterebbe davvero poco per far riesplodere la miccia: la palla passa alla società

F come Fiducia, quella che meriterebbe una società che, nei fatti, ha dimostrato davvero tanto: alzi la mano chi non avrebbe firmato per tre campionati vinti, due coppe portate a casa, un manto erboso nuovo di zecca, un bel cavalluccio marino sul petto, una salvezza ai play out con record e, soprattutto, un bilancio sano. La memoria corta è un lusso che questa tifoseria non può permettersi

G come Gruppo, parola spesso abusata nel mondo del calcio, ma che racchiude mille significati. Se l'anno scorso e nel primo campionato di C1 le cose non sono andate bene è stata anche colpa di uno spogliatoio non propriamente unito, in cui tante “prime donne” hanno fatto prevalere l'interesse personale su quello della squadra. Sannino sta cercando di formare una squadra composta prima da uomini e poi da ottimi calciatori: la strada intrapresa è quella giusta...

H come Hellas Verona, e quella rivincita che i tifosi della Salernitana sognano da quel maledetto pomeriggio del 19 giugno 2011. Dalle parole di Mandorlini al successivo fallimento passando per gli sfottò social, la ripartenza dalla D e l'arbitraggio di Di Bello: c'è un conto da saldare con il destino, il 4 settembre vietato sbagliare

I come Inzaghi, scelto da Lotito per guidare la Salernitana e, ora, seduto comodamente sulla panchina della Lazio. La gestione della vicenda è stata pessima e non ha avuto conseguenze drammatiche- sportivamente parlando- soltanto grazie alla lungimiranza del ds Fabiani, abile a capire tutto in largo anticipo bloccando Sannino. Da quel momento in poi è stato finalmente tagliato il cordone ombelicale con la Lazio, in nome di un percorso che deve essere assolutamente autonomo

L come Lotito, che finalmente sta riconoscendo anche pubblicamente le potenzialità di una piazza che non può e non deve accontentarsi della B. Il rapporto con la piazza è il vero tallone d'Achille di una gestione eccellente sul piano dei risultati. Evitare la cantilena dei “10mila in cambio della B” o la solita solfa sulla storia avara di trofei sarebbe già un bel passo in avanti.

M come Multiproprietà, tema scottante che non può e non deve incidere sulla programmazione. Tanti tifosi si dicono preoccupati e rivendicano il diritto a sognare in grande come tutte le altre realtà cadette: nessuna pretesa, ma legittime ambizioni. E la società farà di tutto per accontentarli: del resto che senso avrebbe investire in una piazza così importante per poi fare a vita l'altalena tra B e Lega Pro?

N come Numero uno, con il ruolo di portiere tra i più delicati in assoluto e che la Salernitana ritiene da due anni di aver coperto con Terracciano. L'ex Catania, un anno fa, è cresciuto esponenzialmente e non era certo protetto da una difesa di ferro, ma i troppi alti e bassi soprattutto nelle uscite hanno sovente fatto palpitare i cuori dei tifosi granata. Si sognava il ritorno di Gori o comunque un ballottaggio con un pipelet esperto per la categoria, è stato invece affiancato da un giovane di prospettiva e da un portiere con trascorsi in Lega Pro. Al campo l'ardua sentenza, a Terracciano il compito di chiudere la porta...e la bocca dei più scettici

O come Odjer, rivelazione un anno fa chiamata a ripetersi, e nel calcio non è mai facile. L'investimento della società è stato importante, lui sicuramente sarà un titolare inamovibile nel centrocampo granata, ma ora gli avversari lo conoscono e prenderanno le contromisure. Può essere l'anno della consacrazione, ha tutto per diventare un grande calciatore.

P come Pestrin, capitano di mille battaglie che si è tolto la soddisfazione di riportare la Salernitana in B con la fascia sul braccio e di riconquistare l'affetto della tifoseria. Nonostante l'età, il buon Manolo ha sempre fatto la sua parte dimostrando ai più giovani cosa voglia dire allenarsi con professionalità e senso del dovere. Peccato per la mancata riconferma: era tesserabile come “calciatore bandiera”, la sensazione è che potesse ancora dare tanto dentro e fuori il rettangolo di gioco

Q come Querelle, quella relativa al manto erboso che si è trascinata per tutta l'estate. Di chi sia la colpa non è ancora dato saperlo, di certo c'è che la Salernitana e la società hanno subito un danno non indifferente. Fortunatamente contro il Verona potremo ammirare di nuovo quel “tavolo da biliardo” invidiato anche da club di serie A

R come Rosina, l'investimento più oneroso della gestione Lotito-Mezzaroma, roba da un milione e mezzo di euro che, di questi tempi, non sono certo bruscolini. L'avessero preso gli altri, il parere sarebbe stato unanime: “Solo a Salerno non vogliono spendere soldi”, concordiamo con Mezzaroma quando dice che il colpaccio del mercato 2016 è passato colpevolmente sotto traccia. Ovviamente la storia di Foggia insegna che il curriculum non basta, ma i presupposti per sognare ci sono davvero tutti

S come Siberiano, ricordato dalla società durante la conferenza stampa di presentazione di Sannino e delle nuove maglie ufficiali a lui dedicate. Un gesto sicuramente lodevole: per andare lontano c'è bisogno anche del tifo della “curva del Paradiso”: la storia, del resto, non è fatta solo di partite e calciatori, ma anche- e soprattutto- di quei tifosi che l'hanno amata per tutto l'arco della loro vita

T come Terzini, il punto debole della passata stagione. Pollace ha giocato 90 minuti, Ceccarelli ha deluso le aspettative beccandosi il rimbrotto di Menichini, Franco e Colombo hanno capito a proprie spese che la B non è la Lega Pro, Rossi ha collezionato più 4 in pagella che presenze dal primo minuto. Si riparte da Laverone e Vitale, ora mancano due alternative valide e possibilmente under

U come Unità d'intenti, quella che serve come il pane per raggiungere gli obiettivi. La Salernitana ha vinto e conquistato traguardi importanti solo quando tutti hanno remato nella medesima direzione. Se stampa, tifoseria, allenatore, dirigenti, calciatori e presidenti si daranno una mano a vicenda, nessun traguardo potrà essere precluso.

V come Vivaio, tema particolarmente caro al presidente Mezzaroma. La prima squadra ha indubbiamente priorità assoluta, ma un progetto lungimirante non può prescindere da un settore giovanile fortissimo ed organizzato. L'anno scorso i risultati sono stati pessimi, la speranza è che presto qualche salernitano possa esordire in B con la maglia granata come accaduto negli anni d'oro di Aliberti

Z come Zito, riconfermato a furor di popolo e pronto a rinunciare a tanti soldi pur di restare a Salerno senza certezze sul ruolo da titolare. E' di questi calciatori che la Salernitana ha bisogno per puntare in alto: se in forma può fare davvero la differenza, per info rivolgersi ai difensori del Lanciano...

Gaetano Ferraiuolo