24 Ore

Un 16enne su 4 si fa le canne. Ma l'incubo è l'eroina

Dati sempre più preoccupanti. Campania regina dell'erba sintetica.

Nel quadrilatero delle piantagioni, sui monti Lattari. E si beve tanto sciroppo d'oppio.

di Luciano Trapanese

Piantagioni scoperte ovunque. In alta montagna o nei giardini privati. Quintali di sostanza stupefacente sequestrata con cadenza quasi quotidiana. E nella sola Campania. Segnali di un consumo in costante aumento. E che viene confermato dai dati. L'ultimo rapporto dell'Espd (European School Survey Project on Alcohol and other Drugs), parla chiaro. Più di un sedicenne italiano su quattro ha consumato hashish o marijuana. Il 27 per cento. Il dato più alto a livello europeo. La media nei Paesi dell'Ue è del 16 per cento. Un risultato che è in costante aumento da anni.

Ma non solo. I consumatori di cannabis al di sotto dei 35 anni sono tre milioni in Italia. Un dato fornito dalla ricerca del Cnr. Non il solo: la cocaina è sniffata da 430mila persone (dato in lieve calo, l'unico). Sono 120mila quelli che utilizzano allucinogeni, 155mila si dedicano agli stimolanti. Ma il dato che più preoccupa è un altro: in 320mila hanno fumato, sniffato e iniettato l'eroina. La droga killer per eccellenza è stata consumata anche da quindicenni (il due per cento). Un mostro che ritorna. E un altro che si è affacciato da qualche anno: il crack. L'ha fumato il 3 per cento dei ragazzi italiani. Anche in questo caso uno dei dati più alti d'Europa.

Non è finita: il 3 per cento degli studenti italiani (3,2 per cento maschi e 2,5 per cento femmine), ha assunto almeno una volta i painkillers, gli antidolorifici usati per sballare.

Dopo la cannabis la droga più usata e la spice, la marijuana sintetica. E qui il record è tutto campano. Per una ragione precisa: negli anni scorsi la camorra ha scommesso forte sul prodotto.

Sono in crescita esponenziale anche le smart drugs. Droghe furbe, sul limite tra legalità e illegalità. Come lo sciroppo d'oppio. Le consumano in 50mila. In particolare giovanissimi. Numeri duplicati rispetto all'anno precedente.

Intanto cresce la produzione di cannabis italiana. Soprattutto in Calabria, dove è la 'ndrangheta a gestire le piantagioni. In puro stile narcos colombiani. Ma l'erba migliore è quella sarda. E per diversi motivi: suolo con buone qualità nutritive, temperatura media tra i 19 e i 25 gradi e un elevato tasso di umidità. La Campania è comunque ai vertici (non avevate dubbi, vero?). Qui oltre a molta produzione casalinga (giardini, balconi, ma anche stanze attrezzate), ci sono campi interi curati direttamente dalla malavita organizzata. In particolare nel quadrilatero tra Castellammare di Stabia, Gragnano, Casola di Napoli e Lettere. Nel solo 2015 le forze dell'ordine hanno sequestrate oltre venti tonnellate di “erba”. Piante di oltre quattro metri, ben occultate e protette da sistemi d'allarme.

La marijuana italiana è quattro volte meno potente di quella olandese, ma è ritenuta di ottima qualità.

Numeri e analisi che – proprio mentre si sta discutendo in Parlamento della possibile legalizzazione della cannabis – alimentano discussioni e riflessioni. La diffusione così capillare della marijuana dà forza, e sembra un paradosso, alle opposte ragioni. I favorevoli: il proibizionismo ha fallito se il numero dei consumatori è così elevato. In percentuali molto più alte rispetto all'Olanda, dove la canapa indiana si vende nei Coffee shop. E i contrari: la liberalizzazione non potrebbe che aumentare ancora di più e in modo incontrollato il consumo, anche e soprattutto tra i giovanissimi.

Quello che però preoccupa davvero – a nostro parere – è la diffusione crescente di droghe sicuramente letali, come l'eroina, il crack e gli allucinogeni. Oltre all'aumento del consumo delle smart drugs, sostanze delle quali non si conosce bene il grado di tossicità e le conseguenze dopo un utilizzo non sporadico.