Strage di Ustica: "La verità è un prezzo che vogliamo pagare"

Il discorso di Daria Bonfietti, presidente dell’associazione delle vittime

strage di ustica la verita e un prezzo che vogliamo pagare

Ci sono storie che in Italia si fissano nell’immaginario collettivo, tragedie avvolte da misteri costruiti ad arte, da depistaggi, da coperture, da bugie di Stato.

Ci sono momenti della storia italiana che se osservati, analizzati, studiati, se messi in connessione tra loro, regalano una mappa di una democrazia fragile, che deve convivere con i poteri distorti che sono alla base della sua nascita. 

Ci sono storie italiane che vanno ricordate non per un mero esercizio storico, di commiato o di retorica ma perché rappresentano ancora dei nodi irrisolti della nostra storia comune.

Ustica, la strage del DC-9 I-TIGI dell’Itavia, le 81 vittime, sono uno dei tanti finti misteri italiani, uno dei conti mai chiusi con la nostra storia, uno dei punti bui della nostra democrazia. 

Oggi ricordare le parole della presidente dell’associazione delle vittime della strage di Ustica, Daria Bonfietti, dà al ricordo quel valore dei protesta indispensabile per un dramma nazionale insabbiato, depistato e ancora oggi avvolto nelle bugie.

“Signor Sindaco, è sempre con grande emozione che i parenti delle vittime della Strage di Ustica, sono in quest’aula; intanto perché ci sentiamo, simbolicamente, nel cuore di una città, Bologna, che ci è sempre stata vicina nell’impegno per la verità, ma anche perché è da Bologna che parte quel viaggio interrotto che ha portato tanto dolore.
Siamo al cospetto dei rappresentanti di quelle Istituzioni civili, militari e religiose, che ci hanno accompagnato nel nostro impegno per la verità e la giustizia e poi ancora per la Memoria e che salutiamo e ringraziamo sentitamente.
A Lei, Signor Sindaco, intanto voglio consegnare questo libretto, “La verità ha un prezzo che vogliamo pagare”, che è un colpo d’occhio sui trent’anni di vita della nostra Associazione.
Una storia che ci ha visto in quest’aula con la partecipazione di questa cittadinanza e l’attenzione degli Amministratori locali di Comuni, Provincia e Regione.
Oggi non vogliamo indulgere nella retorica, ma si può ben cominciare da quell’impegno: “la verità è un prezzo che vogliamo pagare” per raccontare, certo il dolore, ma soprattutto la volontà di affrontare ogni sacrificio per tener desta la nostra coscienza di cittadini consapevoli, la dedizione all’impegno umano dell’affetto e del ricordo, è stato duro il prezzo, ma la verità è stata conquistata.
Possiamo ben affermarlo con forza. Siamo passati dalle cause sconosciute e misteriose alla Sentenza ordinanza del Giudice Priore, 19 anni di impegno.
E qui senza presunzione voglio dire che i parenti sono stati protagonisti, non siamo stati un coro dolente e patetico, nella grande battaglia per il sapere.
Il sapere in questa vicenda era tutto in mano militare, noi abbiamo voluto mettere in campo un sapere tecnico – quello dei Periti del Politecnico di Torino – che ha smontato, poco alla volta, il castello di menzogne e sotterfugi che occultavano la verità.
Oggi abbiamo la verità sulle cause della caduta del DC9, e possiamo mettere insieme un percorso giudiziario preciso e nitido.
Alla Sentenza ordinanza del Giudice Priore ha fatto seguito un processo penale per fatti e reati, accaduti dopo il 27 giugno ’80, nel quale i Generali dell’Aeronautica erano imputati di alto tradimento per non aver informato il Governo su fatti in qualche modo a loro conoscenza e poi per aver sostenuto la tesi del “cedimento strutturale” come causa dell’evento.
Per queste imputazioni, ripeto per fatti avvenuti dopo il 27 giugno, si è giunti ad assoluzioni e prescrizioni. Le cause dell’abbattimento ritornano invece nelle Sentenze civili, adite da molti parenti delle vittime, che condannano il Governo: il Ministero dei Trasporti per non avere tutelato la vita dei cittadini coinvolti in un episodio di guerra aerea e il Ministero della Difesa per i comportamenti dei militari, omissioni, false testimonianze, distruzione di atti veri, soppressioni di prove con i quali è stata oscurata la verità.
Dunque abbiamo una precisa verità giudiziaria sulle cause dell’evento.
La ricerca della verità è stata un incredibile, in ogni maniera ostacolato, sforzo per la ricerca della documentazione: e vorrei che questo diventasse il tema centrale di questa nostra mattinata.
Oggi, dopo le dichiarazioni del Presidente emerito Francesco Cossiga, che ha confermato lo scenario di guerra aerea, sono riaperte le indagini in sede penale: la Procura di Roma lavora per individuare i responsabili materiali, chi ha sparato il colpo assassino.
Un episodio di guerra aerea, protagonisti nel cielo aerei militari: è la documentazione che manca. E si torna, come già ho detto, alla costante di questa vicenda: la mancanza o la distruzione di ogni documento utile.
E allora bisogna ricordare che fu il determinato impegno del Governo Prodi-Veltroni a indurre la Nato alla collaborazione, e uscì la documentazione che ci squadernò davanti un cielo con presenze di aerei militari che permise la ricostruzione definitiva al Giudice Priore.
Oggi è ancora dall’impegno reale e concreto delle nostre Istituzioni, potere esecutivo e diplomazia in primis, che deve passare il percorso per la completa verità.
Senza la collaborazione internazionale, senza, nello specifico, una risposta adeguata alle rogatorie, ben poco possono i giudici italiani!
Lo ripeto: oggi l’impegno per la verità è impegno per la documentazione, che deve essere grande in campo internazionale, per avere intanto risposte soddisfacenti da quegli Stati, amici e alleati, che avevano, questa affermazione è ben suffragata, aerei in volo attorno al DC9 o poi per delineare un quadro storico nel quale inquadrare la tragedia di Ustica come episodio di quella “guerra fredda” protagonista della nuova tensione di quell’inizio degli anni ottanta.
Documentazione che viene dall’estero e documentazione che può essere custodita nel nostro Paese, per ricostruire un credibile scenario complessivo.
E non posso, ancora una volta in quest’Aula, parlare della delusione per la Direttiva Renzi del 2014.
Nonostante le tante aspettative e speranze il giudizio deve essere severamente negativo. La documentazione non esce.
Per Ustica soprattutto non esce la documentazione coeva ai fatti. Ripeto non esce la documentazione della Marina militare, non esce la documentazione del Ministero dei Trasporti non esce addirittura neppure la documentazione della Prefettura di Bologna.
Intendiamoci la quantità di documentazione messa a disposizione è davvero rilevante, ma è sulla qualità, sui vuoti, sulle mancanze che mi sento di puntare il dito, assieme alle altre Associazioni, e dire che un’operazione che doveva avere una grande importanza nel rapporto di trasparenza tra cittadini e Istituzioni nel nostro Paese, si avvia al fallimento.
E mi sento di continuare perché al fallimento della direttiva Renzi che non ci consegna documentazione adeguata, voglio aggiungere la sofferenza del rapporto con la Storia da parte dell’Associazione.
Abbiamo sempre sostenuto come nostro obiettivo “dalla verità alla Storia” per una lettura completa della vicenda, collegando le verità giudiziarie ad un quadro complessivo che soltanto una adeguata ricerca storica può delineare e consegnare.
Ci siamo impegnati anche finanziando ricerche e alcuni studi sono stati conclusi, penso alla ricerca su tutta la vicenda Ustica della dottoressa Cora Ranci, guidata dal prof Mirco Dondi di cui attendiamo la pubblicazione, come attendiamo la pubblicazione degli atti del convegno “1980 l’anno di Ustica”, riguardo alla situazione internazionale.
La realizzazione di quel Convegno di grande rilevanza è stata una tappa significativa del nostro rapporto con l’Istituto Parri, ricordiamo che conserva tutto l’archivio dell’Associazione e ha una percorso di grande collaborazione con l’Associazione.
Pensiamo si debba presupporre che anche la realizzazione del convegno, a cui stiamo da tempo lavorando, sul significato degli anni ‘80 per la storia del nostro Paese, sia di altrettanta levatura.
Purtroppo di recente incontriamo, ad esempio, la crisi dell’Istituto Parri che ci procura particolari difficoltà:giacciono sospese, non voglio dire abbandonate, altre ricerche già finanziate, manca l’elaborazione di un progetto complessivo; e in questi ultimi tempi scontiamo anche la difficoltà dell’Università, alla quale andiamo proponendo, nell’ambito di una convenzione dell’Associazione con il Miur, un impegno per la ricerca storica sugli anni del terrorismo.
C’era una mancanza di “competenza specifica” da parte dell’Università stessa, così ci disse il Rettore, al quale ha dovuto far fronte proprio un Suo intervento, Signor Sindaco, anche sostanzioso economicamente e continuo a ringraziarla anche in questa occasione, per la Sua adesione allo sforzo dell’Università a reperire “competenze” in grado di avviare, condurre iniziative di collaborazione e studio sui temi del terrorismo negli anni ‘80.
Ecco mi permetto di chiedere a Lei e al Rettore che con impegno avete seguito il sofferto iter e operato per una positiva soluzione, una attenzione particolare, affinché dal percorso burocratico, nel rispetto certamente delle regole, venga però ben individuata la competenza, finora purtroppo assente da Bologna, che permette il dispiegarsi dei progetti di studio e ricerca.
E tutto questo voglio ripeterlo perché oggi è sempre più evidente che è il rapporto: rinvenimento delle fonti- documentazione e conseguente studio, il passaggio ineludibile per il percorso della verità.
E infine, Signor Sindaco ancora una volta il ringraziamento per le opportunità che questa città ci ha dato e ci dà per fare memoria. Soprattutto attorno al Museo, anche se manca ancora qualche spazio, con un grande impegno per la didattica del Mambo e dell’Associazione stessa. Il meraviglioso programma di eventi, che abbiamo preparato per questo Anniversario, inizia proprio con uno spettacolo, realizzato con la collaborazione con il Miur, frutto dell’impegno per la didattica e che fa incontrare le nuove generazioni e che vede coinvolte scuole di Bologna e di Palermo.
Saluto e ringrazio le insegnanti di Palermo, del Liceo Galilei, che hanno voluto essere oggi qui con noi e con i loro ragazzi in questa avventura legata alla Memoria.
E hanno il segno della collaborazione con il Mambo, con le istituzioni culturali della città, comprendendo anche dipartimenti universitari, teatri e orchestre, gli eventi che presenteremo, con l’orgoglio di sottolineare che sono tutte realizzazioni originali nate per questo Anniversario e nate proprio dalle emozioni e dalle suggestioni che il Museo per la Memoria di Ustica e la stessa vicenda hanno suscitato negli Artisti, eventi che ci accompagneranno da questa sera fino al 10 agosto.
È vero la verità ha un prezzo che vogliamo pagare: di strada ne abbiamo percorsa, tanta, e altra ne percorreremo ancora certi, Signor Sindaco, di avere questa città al nostro fianco”.