Svimez, dati choc: in fumo 400mila posti di lavoro al sud

Per il covid addio al 6 per cento della forza lavoro, giù del 3,3 per cento ricchezza famiglie

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Dati choc quelli che arrivano dallo Svimez: il covid porterà a un taglio di un milione di posti di lavoro, 600mila al centro nord e 380mila al Sud.

E se in termini assoluti lo choc sembrerebbe superiore per il nord è ben chiaro che quei 380mila posti in meno nel Mezzogiorno sono in proporzione numeri ben più drammatici. Nel 2020 è prevista una caduta del Pil dell’8,2% nel Mezzogiorno e del 9,6% nel Centro-Nord (Italia: -9,3%). Il calo è più accentuato al Centro-Nord risentendo in misura maggiore del blocco produttivo imposto per contenere la diffusione della pandemia e per due ordini di motivi aggiuntivi. In primo luogo, prima ancora della sua diffusione in Italia, la pandemia ha determinato una caduta del commercio mondiale di entità non dissimile, in base alle informazioni attualmente disponibili, da quella del 2009. Nel 2020, le esportazioni di merci dovrebbero contrarsi, rispettivamente, del 15,6 e del 13,7% per cento nel Sud e nel Centro-Nord. In quest’ultima area esse pesano, però, per quasi il 30% sul Pil, rispetto a meno del 10 in quelle meridionali. L’altro elemento che influisce, in negativo, sul risultato di prodotto del Centro-Nord è da ravvisarsi nell’atteso crollo della spesa turistica, con particolare riguardo agli stranieri.
Giù anche il reddito disponibile delle famiglie (3,3 per cento nel Sud) e dunque giù i consumi: -9,1 per cento al sud. La ripresa dell’occupazione nel 2021 si attesterebbe al +2,2% a livello nazionale per effetto di una crescita dell’1,3% nel Mezzogiorno e del 2,5% nel Centro-Nord. Per effetto di tali andamenti l’occupazione meridionale scenderebbe intorno ai 5,8 milioni, su livelli inferiori a quelli raggiunti nel 2014 al culmine della doppia fase recessiva. Le previsioni Svimez per il 2021 vedono un Mezzogiorno frenato da una ripresa «dimezzata»: +2,3% il Pil contro il 5,4% del Centro-Nord.  Si tratta di una previsione costruita sull’ipotesi di una sostanziale assenza di fenomeni legati alla pandemia analoghi a quelli sperimentati di recente, sia nel nostro Paese che altrove, spiegano i ricercatori della Svimez.