24 Ore

Avellino, Benevento e Salerno, ecco la nuova smart land

Una megalopoli diffusa che unisce tre territori

Un progetto ambizioso e possibile che guardi al domani. Appennini e costa in una sola grande strategia.

 

di Luciano Trapanese

Il futuro di Avellino e Benevento passa per Salerno. O meglio, da una smart land, che superi gli anacronistici localismi che sono ancora dominanti nelle politiche e nelle spesso miopi strategie di sviluppo proposte da comuni o enti pubblici. E' necessario al contrario abbracciare l'idea di “megalopoli diffusa”.

Anche in questo caso serve una visione. Un guardare oltre, la capacità di prevedere il futuro, non di attenderlo. Ma alla base di questa idea (la smart land), c'è anche la chiave per superare vecchie logiche nel nome di una nuova modernità.

Lo spunto – per dare concretezza a questa decisiva innovazione – è arrivato questa mattina, nel corso del convegno organizzato a Salerno dalla Fondazione Lunima (che edita Ottopagine, OttoChannel e tutte le nostre e ormai innumerevoli iniziative editoriali), su “Progetti, idee, ambizioni: un programma per i prossimi anni” (ne parliamo nel dettaglio in un altro articolo ndr).

La smart land dovrebbe unire con una linea ideale le zone costiere a quelle appenniniche. Salerno, Avellino e Benevento, interlacciate da una rete di trasporti unica, efficiente, capace di “avvicinare” le zone interne al porto, all'aeroporto di Pontecagnano, alla linea ultraveloce delle Ferrovie. Con enormi vantaggi non solo per i cittadini ma anche per le imprese. Il tutto legato da due poli culturali (le università di Fisciano e del Sannio), un settore agroalimentare tra i più importanti nel mondo (trainato da Piana del Sele, Agro Nocerino Sarnese, Irpinia e Sannio), uno manufatturiero di prima qualità e naturalmente il turismo che, partendo da Salerno e dalle due Coste (Amalfitana e Cilentana), potrebbe promuovere anche altre aree di quella stessa megalopoli diffusa.

I progetti previsti nel Patto per la Campania (siglato da De Luca e Renzi una settimana fa a Napoli), vanno in questa direzione. Il nostro gruppo editoriale vuole farsi promotore di questo progetto complessivo e subito dopo il voto del cinque giugno (o al termine di eventuali ballottaggi), organizzerà una tavola rotonda con i sindaci di Avellino, Benevento e Salerno, i presidenti delle rispettive Province, gli altri enti istituzionali e le associazioni di categoria, per discutere delle opportunità e delle eventuali criticità connesse all'idea di megalopoli diffusa.

Un piano di questo tipo deve essere naturalmente attento all'evoluzione tecnoclogica (e quindi la banda ultralarga su tutto il territorio), ma anche al welfare (al primo posto c'è sempre il benessere dei cittadini), e all'ambiente. Sono i principi cardine, le basi sulle quali costruire (insieme alle già citate infrastrutture), una nuova idea di città.

In questa visione – che è inedita per Avellino, Benevento e Salerno -, viene meno, naturalmente, quell'indole localistica che è diventata un fattore frenante per qualsiasi idea di sviluppo. L'apertura a territori vicini e grazie ai quali (in un rapporto di mutuo scambio), si costruisce una comunità più ampia e coesa, capace – pur nelle differenti caratteristiche – di dare il là a una progettualità unica.

Ma non devono restare parole. Tutto questo si fa con delle strategie precise, con il coinvolgimento di tutte le categorie, della cultura e soprattutto dei giovani. Sarà anche grazie alle start up – proposte dalle nuove generazioni – che nel solco di un progetto complessivo preciso si potrà iniziare a costruire il futuro.

Nelle prossime settimane, nei prossimi mesi, anche grazie al vostro coinvolgimento (partecipate al dibattito), analizzeremo nei dettagli le strategie che contribuiranno a rendere realistica questa visione.