Non si può morire ancora di morbillo

Calo delle vaccinazioni e nuove epidemia. Anche in Campania.

Molti ignorano le conseguenze anche letali della malattia. Gli Usa sconsigliano il viaggio in Italia. Mentre si accendono le polemiche su Report, per le critiche al vaccino contro il papilloma virus, che miete in Europa 34 vittime al giorno.

di Luciano Trapanese

Siamo in pieno allarme morbillo Chi l'avrebbe mai detto? 844 casi segnalati a gennaio, il 230 per cento in più rispetto allo scorso anno. Le regioni più colpite Piemonte, Lazio, Lombardia e Toscana. Subito dopo la Campania e la Calabria (storicamente al comando di questa graduatoria). Che segnala anchela bassa percentuale di bambini vaccinati.

A proposito di vaccini, non sono servite a nulla le campagne dei medici campani. Che più volte – lo scorso anno -, sono intervenuti per sollecitare le famiglie. Risultato, niente. O quasi.

L'Italia è stata inserita nel poco onorevole elenco dei Paesi «a rischio salute» per gli americani che intendono viaggiare all'estero. Il motivo proprio i focolai epidemici di morbillo.

Come un paese del terzo mondo.

E infatti, la Penisola risulta l'unico tra i 18 Paesi della regione europea dell'Oms in cui non è stata ancora interrotta la trasmissione endemica del morbillo.

L'epidemia è stata causata anche da una nuova variante del genotipo B3 del morbillo, molto probabilmente importata.

Lo scorso anno – solo nella nostra regione - ben 9mila bambini nati nel 2012 non sono stati sottoposti al vaccino trivalente (che protegge anche da parotite e rosolia).

Una situazione – come ha segnalato anche l'Ordine dei medici della Campania – ai limiti dell'emergenza. Con il rischio concreto di una epidemia simile a quella del 2002. In quel caso da gennaio a luglio sono stati 40mila i contagi nella popolazione: 600 persone sono finite in ospedale, 16 sono stati i casi di encefalite e quattro i morti.

Quelle che molti ignorano sono le complicazioni legate al morbillo (che è una malattia infettiva altamente contagiosa). Può provocare polmoniti, infiammazioni acute dell'encefalo e persino la morte.

La notizia esplode sui media all'indomani della messa in onda di Report. Nella trasmissione d'inchiesta – come saprete – sono stati riportati pareri preoccupanti sulle conseguenze del vaccino per prevenire il papilloma virus (che causa il 90 per cento dei tumori al collo dell'utero: in Europa muoiono 35 donne al giorno).

E ripropone un vecchio ritornello sui vaccini. Uno scontro aperto tra gran parte della comunità scientifica, che ne consiglia l'uso (l'Organizzazione mondiale della sanità impone anche degli indici minimi da rispettare), e alcuni medici che ritengono invece siano dannosi e fanno bene solo alle tasche delle case farmaceutiche.

Il tam tam sui social e una buona dose di immancabili fake news rende poi la discussione spesso surreale.

Le conseguenze però sono inevitabili: e l'epidemia di morbillo (che – per chi non lo sapesse – miete ogni anno migliaia di vittime, quasi tutti bambini), rappresenta un classico esempio.

Tra i pasdaran antivaccinazione c'è chi cita le conseguenze negative dell'iniezione contro la poliomielite (dimenticando quello che provoca la malattia). Una guerra insensata. Piuttosto che una discussione seria e articolata, dove le diverse ragioni vengono esposte in modo chiaro e scientificamente verificabile, si va avanti per slogan, complottismi, notizie infondate.

Del resto basta leggere i bugiardini di qualsiasi farmaco (anche le apparentemente innocue aspirina o tachipirina), per verificare le possibili e a volte gravi controindicazioni. Ci sono medicinali che potrebbero avere conseguenze più serie delle stesse malattie che curano.

Difficile pretendere dei vaccini senza controindicazioni.

Le vaccinazioni hanno però consentito – nell'ultimo secolo – di migliorare in modo radicale lo stato di salute di intere popolazioni. Sono state evitate morte e disabilità. Alcune malattie infettive sono sparite, come la poliomielite. Altri quasi scomparse, come la difterite e la rosolia. Era quasi eliminato anche il morbillo, ma la rinuncia di tanti alla vaccinazione lo ha di fatto rimesso in circolo. E in modo spesso incontrollabile.