Teatro e teatrino: se Lacedonia umilia Avellino...

Un comune con meno di 3mila anime da dei punti al capoluogo. Il Massimo avellinese sta morendo.

A Lacedonia nove anni di tutto esaurito per la stagione teatrale. Ad Avellino non sanno a che santi votarsi per assicurare la prossima stagione teatrale.

Avellino.  

 

di Andrea Fantucchio 

«Siamo invidiosi del programma del teatro di Lacedonia». Una dichiarazione pesante quella di Antonio Caputo, membro del comitato di gestione del teatro Gesualdo di Avellino, che sintetizza la profonda dicotomia che esiste fra due realtà culturali che si trovano a poco più di un'ora di macchina una dall'altra. (Alle 14.00 tutte le interviste su Ottochannel canale 696 nel servizio del collega Angelo Giuliani)

Da un lato il teatro Gesualdo di Avellino, uno dei più grandi del meridione, oggi con una stagione a rischio e numerosi lavoratori esterni non confermati, dall'altro il piccolo teatro di Lacedonia, con una programmazione che ha già registrato il tutto esaurito per il nono anno di fila. Con una spesa complessiva di 25mila euro. Una realtà che porta seicento persone per ogni spettacolo e quest'anno offrirà fra gli artisti Sal Da Vinci, Paolo Belli e Max Giusti.

«Siamo stati costretti a chiudere la campagna abbonamenti perché non ci sono più posti in teatro». Commentano all'unisono Antonio di Conza, sindaco di Lacedonia, e Antonio Caradonna, direttore artistico e rappresentante del teatro Pubblico Campano. Partner storico proprio del Gesualdo.

Una lezione importante

Proprio Caradonna dà una lezione importante al capoluogo irpino.

«Sono anche un ex vicesindaco – commenta – e conosco i tempi della politica. Ma quando le cose si vogliono fare davvero, si fanno. Guardate cosa accade altrove in Campania: i teatri delle grandi città hanno programmato la stagione a fine giugno. Qui siamo ancora all'inizio. Ma devono salvare il teatro per la città».

Eppure il futuro del teatro Gesualdo oggi appare più nebuloso che mai. Se volessimo fare un paragone con la realtà di Lacedonia, tenendo conto delle dovute proporzioni, diciamo che tre sono le grandi differenze.

Progettazione

Come diceva Chiaradonna il teatro di Lacedonia registra per il nono anno di fila il tutto esaurito. Perché ha programmato il budget, circa 25mila euro, e trovato un partner solido, il Teatro Pubblico Campano. Oltre a contattare gli artisti per tempo.

Per il Gesualdo non si conoscono ancora i soldi destinati al teatro e se sarà confermato il rapporto che lega l'istituzione avellinese con il Teatro Pubblico Campano. Dubbi che hanno spinto il comitato di gestione a rassegnare le dimissioni.

Politica lungimirante

Il Comune di Lacedonia ha scommesso sul proprio teatro. Come ha spiegato il sindaco sono stati stabiliti anno per anno gli investimenti da destinare all'attività teatrale. Per un ritorno economico e d'immagine del comune irpino che si è attestato come solida realtà del panorama culturale campano.

Ad Avellino, dopo le dimissioni dell'ex consiglio di amministrazione di Luca Cipriano (con più di 800mila euro di debiti registrati), il Comune ha fatto di tutto per scaricare la “patata bollente” e trovare una fondazione alla quale far gestire l'ente. Intanto ha fatto partire la liquidazione. Non sono inoltre stati confermati i contratti dei lavoratori esterni per mancanza di fondi e non ci sono certezze per la prossima stagione.

Pubblicizzazione

A Lacedonia è stato svolto un eccellente lavoro di comunicazione che ha permesso al teatro di attestarsi come un'importante realtà del panorama culturale campano. Così da attirare con facilità artisti e l'attenzione degli sponsor.

Per il Gesualdo continua un periodo profondamente deludente. Nessuno ha dichiarato di voler scommettere concretamente sul rilancio del Massimo e così si naviga a vista. E così ora tutti vogliono saltare giù da un galeone pieno di falle senza sempre più alla deriva.