Al Bologna basta Sansone: Avellino, ora serve un'impresa

Martedì il ritorno al Dall'Ara: servono due gol di scarto per qualificarsi alla finale play off

Avellino.  

Il massimo risultato con il minimo sforzo: un Bologna ben lungi dal potersi definire irresistibile espugna il "Partenio-Lombardi" con un gol di Sansone, al 24' del primo tempo, e si aggiudica la semifinale di andata dei play off. All'Avellino ora serve una vittoria con due gol di scarto nella gara di ritorno, in programma martedì alle 18:30, allo stadio Dall'Ara, per coronare il sogno della qualificazione in finale, in cui sono aumentate le chance di vedere il Pescara, che nel pomeriggio ha superato, nell'altra semifinale, per 1-0 il Vicenza.

Atteggiamenti tattici speculari - Il "Partenio-Lombardi", esaurito in ogni ordine di posto, è uno spettacolo. Strepitoso il colpo d'occhio che diventa ancor più emozionante al momento dell'ingresso delle squadre in campo. "Grinta e determinazione... conquistiamo la promozione" recita lo striscione esposto sulla balaustra della Curva Sud, straripante d'entusiasmo, che regala una coreografia da applausi con la luce di centinaia di torce che s'illuminano a intermittenza. Come ipotizzato alla vigilia, biancoverdi e rossoblu si affrontano con atteggiamenti tattici speculari: Rastelli e Rossi optano per il 4-3-1-2. Un paio di novità per parte, rispetto alle previsioni, tra gli interpreti. Tra le file dei lupi c'è Regoli e non Schiavon nelle vesti, inedite, di mezzala destra, mentre Comi viene preferito a Trotta come partner d'attacco di Mokulu. Castaldo è ancora alle prese con l'ematoma da stress sotto la pianta del piede destro e si accomoda tra le riserve. Davanti a Frattali c'è la linea difensiva schierata martedì scorso a La Spezia: Almici, Ely, Pisacane e Visconti. Completano la mediana, priva di D'Angelo, infortunato, e Arini, squalificato, Zito e Kone. Sbaffo agisce sulla trequarti. I felsinei non rischiano dall'inizio Krsticic, alle prese con qualche acciacco fisico, e puntano sulla classe di Laribi tra le linee. In attacco, al fianco di Sansone, gioca Mancosu. Acquafresca siede in panchina al pari di Cacia. Da Costa, tra i pali, è protetto da Mbaye, dall'ex di turno Maietta, Oikonomu e Masina. A centrocampo, nessuna sorpresa: spazio a Casarini, Matuzalem e Buchel.

Fiammata letale - I primi venti minuti di gioco scivolano via senza sussulti. Spazi stretti e tanti errori. Al 22' Pisacane perde palla e cerca di recuperarla, commettendo fallo su Mancosu: l'arbitro Pasqua, della sezione di Tivoli, non esita ad estrarre il cartellino giallo. Che è pesantissimo: il difensore dei lupi era diffidato e salterà il return match, nonostante le vibranti proteste. Due giri di lancette e il Bologna passa in vantaggio: Frattali ritarda il rinvio, Matuzalem recupera palla e Laribi non ci pensa su due volte a verticalizzare per Sansone, che s'invola verso la porta biancoverde battendo con un sinistro fulmineo l'estremo difensore di casa in uscita disperata. Sotto di un gol, l'Avellino, visibilmente appesantito dai centoventi minuti più recupero disputato tre giorni fa al "Picco", non riesce a reagire, anche se dall'altra parte del campo il Bologna non è nulla di trascendentale. Casarini, al 31', calcia di non molto alto sull'incrocio dei pali dopo essere andato via a Visconti: è la seconda e ultima sortita offensiva del primo tempo degli ospiti. E allora ci prova, il lupo. Almici, con un tiro contrato in calcio d'angolo da posizione defilata, prova a scuotere i suoi (37'); Comi mette a lato, di testa, un bel cross di Regoli (45'). Ed è già arrivato il momento dell'intervallo tra le contestazioni per l'arbitraggio di Pasqua di Tivoli, reo, secondo le sensazioni dei tifosi, inviperiti, di non aver ravvisato un fuorigioco in occasione della rete degli ospiti e di essersi reso protagonista di una direzione di gara a senso unico.

Arrembaggio sterile - Si riparte senza cambi. Il Bologna si affaccia dalle parti di Frattali al 52' con Laribi, ma Frattali fa buona guardia bloccando la conclusione del fantasista. Al 54', prima sostituzione per Rastelli: fuori Regoli, evidentemente bloccato dalla tensione dell'appuntamento e non propriamente a suo agio nel ruolo di interno, dentro Schiavon. L'Avellino inizia a pigiare sull'acceleratore con insistenza sempre maggiore, provando a gettare il cuore oltre l'ostacolo. Al 60' azione insistita: cross di Almici per Mokulu, che non riesce a trovare la deviazione di testa, la palla arriva a Zito che scarica il sinistro su Da Costa, bravo a chiudere il primo palo; Visconti rimette dentro e Almici calcia al volo trovando l'opposizione di Maietta. Tutti saltano in piedi per un sospetto tocco di braccio, ma Pasqua, sempre più nel mirino dei supporters di casa, lascia correre con l'addizionale La Penna più neutro della Svizzera. Tre minuti e cambia anche Rossi: Mancosu lascia il posto ad Acquafresca. Al 73' boato ironico del "Partenio-Lombardi" per l'ammonizione comminata a Maietta mentre Bittante rileva Visconti. Poi Trotta fa rifiatare Comi nel momento in cui Krsticic è chiamato in causa per Sansone (79'). Ma la differenza di organico non si nota davvero. Gli emiliani, nonostante i giorni in più di riposo e le alternative di lusso, non si rendono mai pericolosi. Matuzalem e compagni si limitano a difendersi con ordine e l'Avellino preme alla ricerca del pareggio con insistenza sempre maggiore, collezionando calci d'angolo a profusione. Alla fine il conto sarà di 8-0. Un dato emblematico per descrivere la pressione, costante, dei locali, mai domi nonostante le difficoltà. Ma la feroce voglia non basta per recuperare. Le gambe, stanche, non rispondono. Un colpo di testa di poco alto sulla traversa di Comi (85'), su un angolo battuto da Zito, è l'ultimo sussulto di una serata in ogni caso indimenticabile. Finisce 0-1. "Ragazzi noi ci crediamo", canta la Curva Sud. Per la qualificazione alla finale servirà un'impresa. Ma non è finita.

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Dal "Partenio-Lombardi", Marco Festa