Vitiello: Quanti rimpianti... maledetto quel giorno

Il centrocampista: "Non siamo mai stati disuniti, volevamo la B con tutte le nostre forze"

Benevento.  

E' finita nel peggiore dei modi ma è stata un'esperienza vissuta intensamente. Le strade di Leandro Vitiello e del Benevento Calcio si sono divise pochi giorni fa. Diramazioni differenti per luoghi ancora sconosciuti. Lui, lottatore indomito di un centrocampo spesso a pezzi per infortuni e defezioni, non avrebbe voluto alzare bandiera bianca sul più bello, quando il problema al tendine lo ha costretto a guardare dalla tribuna il rush finale e il preliminare play off con il Como. La voce è spezzata ancora dal dolore della sconfitta. Perchè nella vita ci saranno anche cose più importanti del calcio, ma se il calcio e la vita collimano, allora sì, il senso di smarrimento non può non trasparire. Ci parla dalla sua Napoli, luogo che ha raggiunto dopo la risoluzione consensuale operata venerdì scorso. "Benevento è una città bellissima che mi ha regalato sensazioni uniche per gran parte della stagione. A un certo punto ho pensato che avrei voluto chiudere lì la mia carriera".

Invece l'esperienza si è conclusa prima. Rimpianti?
"Tutti legati ai guai fisici. Ho vissuto da spettatore la partita più importante, soffrendo maledettamente. Sarei rientrato in semifinale dopo aver seguito un programma di lavoro personalizzato. Poi è arrivato quel tiro-cross di Ganz..."

Cosa hai pensato in quel momento?
"Tutto e niente. Non hai neanche il tempo di pensare davanti a un episodio simile, tra l'altro a pochi secondi dal triplice fischio. Non meritavamo di uscire così. Ero molto motivato per dare tutto me stesso in semifinale.

La tua è stata una stagione particolare. Raramente al di sotto della sufficienza ma anche fermo per diversi stop. Mancasti all'Arechi, nello scontro diretto, e varie volte sei sceso in campo con infiltrazioni...
"Raramente mi arrendo, ma prima della gara con la Salernitana effettuai dei controlli mi fu detto che giocando avrei rischiato un infortunio grave mettendo a rischio il prosieguo della mia stagione. Visto il finale poco lieto, potendo tornare indietro accetterei il rischio. Ma adesso serve a poco ragionare così".

A Salerno il centrocampo giallorosso andò in sofferenza, ma nel corso del campionato cosa è mancato a questo Benevento per primeggiare sulla Salernitana?
"E' una domanda che non ha risposte precise. Sono tanti piccoli fattori che messi insieme compongono la storia della stagione. Fattori più che altro legati ad episodi e non a cose importanti. Ho sentito dire che lo spogliatoio era disunito, che si è sfasciato quando abbiamo iniziato a perdere. Con tutto il rispetto, queste sono autentiche cavolate. Eravamo compatti, volevamo la B più di qualunque altra cosa. A fine gara con il Como tra di noi c'era gente che piangeva per la disperazione".

Il sogno era appena andato in frantumi quando sono arrivate le dichiarazioni forti del presidente Vigorito.
"Noi calciatori abbiamo provato in tutti i modi a convincerlo, chi di persona, chi telefonicamente e chi attraverso sms. La sua posizione però è stata sempre irremovibile e avrà senza dubbio le sue ragioni. Sarebbe stato bello continuare qui, con lui e con il gruppo di quest'anno per riprovarci insieme, ma purtroppo è andata diversamente".

In quanto tempo è maturata la rescissione?
"Ci tengo a precisare che non è stata un'idea mia. Sia io che Alfageme siamo stati chiamati dalla società. Non è stata una decisione presa da parte nostra. Lo preciso perchè non voglio che i tifosi pensino che non vedevo l'ora di abbandonare la nave. Credo che io e Luis siamo stati i primi ad essere chiamati, probabilmente nei prossimi giorni toccherà ad altri. E poi lo ripeto: a Benevento avrei voluto chiudere la carriera e sono molto triste per questo epilogo.

Fatto sta che l'ambiente dopo l'eliminazione si è surriscaldato, ti aspettavi una reazione simile da parte della tifoseria?
"La gente ci è sempre stata vicina e le sconfitte fanno parte del calcio. Detto questo, ritengo che ci sia un limite a tutto. Danneggiare le auto, compiere atti vandalici alle vetrine o fermare qualcuno per strada insultandolo non è la soluzione ai problemi. Dispiace perchè per alcune di queste persone potremmo essere figli o perfino nipoti. La cosa mi rammarica. Sono stati giorni agitati, indubbiamente".

Facciamo un passo indietro. Esonero di Brini a tre giornate dalla fine: scelta giusta o sbagliata?
"Non è una questione di giusto o sbagliato, è una questione di intenzioni. La società ha operato in buona fede e nel momento in cui ha optato per il cambio non poteva avere la certezza di come sarebbe andata. Cinelli e Landaida sono due grandi professionisti, dispiace non aver vissuto pienamente la loro gestione a causa dei guai fisici".

La loro grande opportunità è stata spezzata da un cross velenoso a trenta secondi dalla fine.
"A volte penso a quanto può essere ingiusto il calcio, poi però bisogna anche dire che le istituzioni fanno di tutto per complicare la vita ai club. Il regolamento dei play off va assolutamente cambiato. Il Como ha segnato prima dei supplementari, è vero, ma avete visto che genere di partita ha fatto?

Attendismo e intensità nelle ripartenze?
Esatto. Diversi compagni mi hanno detto che a bordo campo alcuni calciatori lariani incitavano a tenere duro dicendo frasi del tipo "male che va andiamo ai supplementari e poi ai rigori...". Ecco, la prospettiva dei rigori non dovrebbe proprio esistere. Se ti sei piazzato peggio non puoi godere di quel vantaggio perchè ti consente di non avere nulla da perdere e chiuderti in difesa. In serie B dopo i supplementari, in caso di pareggio, passa chi ha fatto meglio nella stagione regolare".

Già, la serie B. Per Benevento resterà un sogno?
"Mi auguro di no. Benevento la merita e prima o poi la raggiungerà".

 

Francesco Carluccio