Sub morti. Emanato ha dato le sue bombole a Lara per salvarla

Recuperato anche il corpo di Lara Scamardella

«E' un dramma per la nostra comunità dice il sindaco di Bacoli, Giovanni Picone conoscevo benissimo sia Antonio che Lara e la sua famiglia. Il nonno di Lara è stato tra gli scopritori dell'area marina protetta»

Ischia.  

 

di Simonetta Ieppariello

E’ stato recuperato questa mattina il corpo di Lara Scamardella, la 13enne morta durante una immersione a Cala della Formiche, ad Ischia. In quella grotta buia, 15 metri di profondità  ieri è stato trovato prima il corpo di Antonio Emanato. Il maestro sub avrebbe dato alla 13enne le sue bombole nel tentativo disperato di salvarle la vita. Tutto inutile.

Ha pianto disperatamente Paolo Ardizio, un operatore tecnico subacqueo che insieme al suo collega Pietro Sorvino ha recuperato intorno alle 14 di ieri il corpo senza vita del suo amico Tonino. Il corpo esanime era all'imbocco di una delle grotte della Secca. 

Ed è lutto cittadino a Bacoli la città di provenienza di Lara Scamardella e Antonio Emanato. Sul fronte delle indagini, la guardia costiera sta visionando anche delle immagini per capire meglio cosa possa essere accaduto ieri, come sia stato possibile che una immersione così semplice sia diventata mortale. Ma fatale pare sia stata la melma, il fango che hanno reso quelle grotte e cunicoli una trappola mortale per allieva e maestro. 

Quando i sub entrano negli anfratti delle rocce sotto l'arco naturale può accadere che spostino molta sabbia e la melma, di conseguenza, rende tutto buio pesto e così orientarsi diventa impossibile

Forse la ragazzina si sarebbe incastrata in uno degli anfratti e per colpa della scarsa visibilità e del mare agitato non sarebbe riuscita a risalire in superficie, nonostante il disperato tentativo di Emanato che ha cercato di salvarla collegandola alle sue bombole. 

Sarà adesso l'inchiesta aperta dalla procura di Napoli a dover chiarire quanto accaduto in quei terribili 55 minuti nel mare al largo di Ischia.

Cinquantacinque minuti che sarebbero stati registrati da una telecamera «go pro», piazzata sulla muta di Emanato e che potrebbe fornire particolari utilissimi alle indagini.