Ariano Irpino

Erano da poco passate le 14.00, Francesco Schiavone, stava pascolando le sue caprette nelle campagne di Cardito, lato Ponnola Vitone, quando ha avvertito una strana reazione degli animali. Sembravano impauriti e improvvisamente li ha visti stranamente indietreggiare. L’uomo che era lì in compagnia di sua moglie si è avvicinato e ha subito notato il corpo di un uomo adagiato ad un albero quasi come se volesse abbracciarlo. Ha capito immediatamente che poteva trattarsi di Pasqualino La Porta. Non ha perso tempo e ha subito rintracciato poco distante da quel luogo, Vittorio Albanese proprietario di quel terreno.

Siamo alle 14.20 circa quando sua figlia Michela allerta i volontari Aios attraverso Veronica e Gianluca Cocca e Gianfranco Lo Conte. Immediatamente arrivano sul posto Amedeo Iacobacci e Pasquale Caruso, reduci da una precedente ispezione sulla Variante. Sul posto giungono subito i carabinieri con il capitano Andrea Marchese e poco dopo anche i Vigili del Fuoco appena rientrati da una perlustrazione in località Scarnecchia, il Gruppo Comunale di Protezione Civile impegnati a Concoline, la Polizia e il Soccorso Alpino. Una scena terribile, quella che si è presentata dinanzi agli occhi dei presenti. L’accesso alla contrada viene sbarrato, ma nonostante ciò non mancano i curiosi in quella zona impervia e da ieri maledetta.

Poco dopo le 15.00 arriva a Cardito la moglie di Pasqualino, Giuseppina Masiello e i due figli Amanda e Gerardo. Vengono avvertiti anche i fratelli dell'uomo, già in viaggio verso la Svizzera, all’altezza di Milano.

In tanti notano quel via vai di auto insolito verso la vallata e in poco tempo la notizia fa subito il giro del web gelando tutti coloro che da giorni avevano seguito attentamente la triste storia, senza mai perdere la speranza.

E’ Federica Sciarelli insieme alla redazione di "Chi l'ha visto?", a formulare le prime condoglianze sulla pagina facebook del programma Rai ai familiari di Pasqualino La Porta, addolorata per l’accaduto.

Da Benevento arriva in medico legale Monica Fonzo. La salma di Pasquale, dopo un primo esame esterno, viene trasportata nell’obitorio dell’ospedale Sant’Ottone Frangipane, in attesa del riconoscimento e delle decisioni della magistratura.

La scoperta è avvenuta mentre in altri tre versanti della città, Variante, Scarnecchia e Concoline, i Vigili del Fuoco di Avellino, Grottaminarda, unitamente al gruppo Saf, Soccorso Alpino e Gruppo Comunale di Protezione Civile stavano effettuando altre ricerche approfondite, dopo il vertice tenutosi in Prefettura ad Avellino.

Vento gelido, lacrime, dolore e rabbia, un pomeriggio, quello di ieri che non verrà facilmente dimenticato a Cardito.

La grande opera dei volontari:

Hanno trascurato ogni cosa, mettendo da parte anche le loro famiglie e il lavoro, pur di poter ritrovare vivo Pasqualino. Sono stati i primi a scendere in campo dal giorno della scomparsa, anche quando ancora non vi era un piano ben preciso da parte della Prefettura di Avellino.

Un grande lavoro da parte della Protezione Civile Aios, in sinergia con il Gruppo Comunale e quello flumerese, affiancati dai carabinieri.

Una grande forza che però non è bastata a setacciare un territorio assai vasto e impervio, per quindici giorni interminabili.

Parla in lacrime Amedeo Iacobacci: " Speravamo in un altro epilogo, ma oggi pomeriggio purtroppo ci siamo imbattuti in questa tristissima scena davanti ai nostri occhi. Ci stringiamo intorno alla famiglia, a Giuseppina, Amanda, Gerardo e ai fratelli di Pasqualino, formulando le più sentite condoglianze da parte di tutta la nostra associazione e dei volontari che hanno preso parte alle ricerche. Siamo stati per giorni un'unica famiglia. Abbiamo messo tutto l'impegno possibile, giorni difficilissimi e frenetici. Per noi oggi è una brutta giornata."

I volontari con le divise gialle formano un picchetto al passaggio della salma di Pasqualino da quella zona impervia. Cala la sera e la pioggia battente, rende ancora tutto più triste. Ma questa volta Pasqualino è al riparo, dopo aver trascorso, nella solitudine più cupa, 16 notti gelide, lontano da tutto e tutti, perché un destino crudele ha voluto inspiegabilmente così.