Ariano Irpino

Ora basta, la misura è colma. Contrada Viggiano, il quartiere dei 78 alloggi, non ci sta ad essere etichettato da anni come la cenerentola del Piano di Zona. In fondo a quella vallata, confinante con località Torana regna l'abbandono più totale. Sporcizia, mancanza di arredo urbano (le uniche panchine non più esistenti, le fece arrivare nel 1995, il compianto sindaco Erminio Grasso, con una semplice telefonata. Ma erano gli anni che bastava chiamare Nino Dall'Occo per risolvere ogni piccolo problema, non come oggi che bisogna elemosinare interventi all'ufficio tecnico comunale.

Attualmente vi è un campetto da gioco, nato sotto una cattiva stella, che a distanza di anni ancora non trova pace. Incompleto, progetto scandaloso, lavori lumaca e struttura allo stato attuale abbandonata a se stessa. Nei mesi scorsi è stato sistemato il rettangolo di gioco e la recinzione esterna. Oggi è in uso ai ragazzi del quartiere bambini in modo particolare ma con porte da calcio di fortuna, agganciate alla rete con un fil di ferro, pericolosissime. Si può almeno dotare questa struttura di porte sicure, degne di essere chiamate tali? Chi si assume la responsabilità se dovessero cadere addosso ai bambini?

L'appello lo rivolgiamo all'assessore allo sport Mario Manganiello, alle periferie Raffaele Li Pizzi e al dirigente dell'area tecnica Fernando Capone.

E' possibile ricevere un regalo di Pasqua in contrada Viggiano? Due porte sicure per la gioia e la sicurezza dei bambini di questo rione?

Gli abitanti del popoloso quartiere arianese, si erano detti anche felici nel vedere i giovani del vicino centro di accoglienza di Cardito per profughi avvicinarsi ed iniziare a giocare nel campetto insieme ai ragazzi locali, come ha ben evidenziato in maniera puntuale la collega Monica De Benedetto in un reportage sul Rione. Un bellissimo segnale di reciproca tolleranza e socializzazione. Ma qualcosa è andato storto, gli  immigrati hanno man mano preso possesso del campetto giocando tra loro prima di pomeriggio fino a sera poi per l'intera giornata ed estromettendo letteralmente i ragazzi e i bambini che  volessero fare una partita. Ci sono stati episodi spiacevoli in cui dei ragazzini sono stati presi di peso da qualche migrante e portati fuori dal campo. Un gesto visto personalmente da chi vi scrive.

Nessun episodio di violenza, sia ben chiaro, ma chiaramente tutto ciò non è piaciuto a molti genitori del rione che hanno assistito alla scena. Vedere poi i propri figli "parcheggiati" tra le macchine in attesa del loro momento per poter fare una partita a calcetto, momento che non arrivava mai, ha destato una pacata protesta del tutto comprensibile e come sempre civile e pacifica. Sono stati chiamati in causa i mediatori sociali del centro di accoglienza che hanno dimostrato per la verità subito massima disponibilità nel dialogare con i migranti e la gente di Viggiano, fino a rinunciare a quel campetto.

Una soluzione rivelatasi indispensabile per evitare ulteriori conseguenze tenuto conto che anche tra gli stessi migranti non sono mancati episodi di agonismo molto accesso sfociato in lite. Dal centro di accoglienza erano stati stabiliti anche orari e giorni diversi, una sorta di turnazione per rendere la struttura accessibile a tutti. Ma anche questa soluzione è stata disattesa. Nessuna forma di razzismo, ma semplicemente rispetto delle regole, da parte di tutti. Del resto erano stati gli stessi giovani del quartiere ad ospitare i migranti. Ma non tutto è dovuto e con prepotenza, come ha giustamente affermato lo stesso mediatore Carlo Mazzarella, persona squisita e preparata, devono imparare anche loro a rispettare le regole. Due aspetti chiaramente distinti e separati. Una storia quella di Viggiano che viene da lontano e che purtroppo a distanza di anni non si riesce a portare a soluzione, nonostante anche l'impegno dello stesso Li Pizzi.

Ma ora bisogna assolutamente intervenire, per mettere in sicurezza il campetto ed immaginare anche una gestione futura seria e oculata, perchè è un bene che appartiene a tutti e deve essere preservato dall'incuria. a partire dagli stessi abitanti. La speranza è che prima dell'estate, la zona possa essere dotata di qualche panchina, cestini per la raccolta escrementi dei cani e delle due porte da calcio nel rettangolo di gioco. Siamo certi che questo appello che parte da un quartiere così popoloso possa essere finalmente ascoltato. 

Gianni Vigoroso