Mondragone

"Dopo la distruzione delle dune e la mortificazione della preziosa vegetazione che vive sulla nostra spiaggia, l’opera di devastazione del nostro patrimonio ambientale continua e investe nuovamente la nostra montagna. Come se non bastasse l’azione lesiva delle discariche abusive e delle cave, alcuni privati hanno deciso di deturpare anche la “faccia ancora buona”, la località Colombrello". La denuncia arriva dalla colaizione Mondragone(R)esiste che in una nota spiega: "La piccola zona montana che porta questo nome è un’oasi naturale straordinaria ma, da qualche tempo, per delle ragioni ancora da chiarire, è diventata teatro di ruspe che stanno eliminando la vegetazione, sfidando la morfologia del territorio e mettendo a rischio l’equilibrio di uno degli ultimi polmoni naturali della nostra città. 

Le ragioni e le intenzioni sono da chiarire, ma il sospetto di alcuni cittadini e quello delle associazioni ambientaliste è quello di un ennesimo abuso ambientale che condanna il territorio per arricchire qualcuno. Lavori di livellamento con mezzi pesanti in un’area di straordinario interesse archeologico, soggetta a vincoli idro-geologici, non dovrebbero essere mai consentiti.

Interessi economici privati legati all’idea del primato del profitto su tutto e tutti, a nostro avviso, sono la causa della distruzione del nostro ambiente.

La politica locale non è stata in grado di difendere il territorio dalle discariche abusive, dalla morsa della Cantarella, dalla cementificazione selvaggia di una spiaggia che ha dovuto cedere un pezzo di vegetazione all’approdo, un ecomostro insopportabile. Questa volta, quindi, tocca alla bellissima Colombrello dover cedere alla prepotenza. 

Mondragone (R)esiste è al fianco dei cittadini e dei comitati che difendono la zona Colombrello e di tutti quelli che si ribellano a queste prassi distruttive, consapevole del fatto che l’unica azione concreta e possibile è superare tutta la classe dirigente della città. La politica praticata in questi anni dalla Amministrazione Comunale, così come quella della (finta) opposizione, non ha bisogno di ulteriori critiche.

La tristezza dei risultati è visibile a tutti - concludono -.  Agli interpreti dell’affarismo politico ed economico locale, vogliamo dire che la montagna non si può vendere, la montagna non si può comprare, la montagna si deve amare".