Ariano Irpino

di Gianni Vigoroso

Un cammino di evangelizzazione, un momento di analisi e di verifica per ritrovare ognuno la propria identità. Sacerdoti, religiosi e laici, in 400 circa, nel cuore della città di Ariano Irpino e della diocesi, all’interno della Basilica Cattedrale Cattedrale hanno preso parte con grande interesse all’annuale convegno ecclesiale.

“Un momento di riflessione – afferma il Vescovo Sergio Melillo – che ci ha permesso di esaminarci. Se siamo in Cristo o se siamo schiavi dei nostri giudizi e della nostra miopia spirituale. Adamo dove sei, titolo del convegno, è il grido di un padre creatore il quale desidera mantenere la relazione con il figlio che aveva disobbedito. Ciascuno deve saper riconoscere la propria storia di peccato, di quel limite che, se affidato all’amore misericordioso del padre può diventare nuova possibilità per riprendere il cammino di conversione.  Se così non dovessimo riuscire a fare, questa vicenda serve solo all’infernale gioco dello scaricamento della colpa su Adamo senza riuscire a vedere la presenza della promessa e la benedizione di Dio.”

Fede e carità al centro dei lavori, con una riflessione rivolta al tema attuale e delicato dell’immigrazione, che ha visto l’intervento del cardinale Francesco  Montenegro, arcivescovo di Agrigento e presidente della Caritas Italiana. Ecco una sua riflessione, corredata da numeri importanti e significativi, che ha suscitato molto interesse:

"Sapete che un nord americano utilizza 600 litri di acqua al giorno, mentre un africano, ne utilizza 30, sapete che metà popolazione del mondo vive con due dollari al giorno, che quattro cittadini americani hanno una fortuna pari al prodotto lordi di 42 nazioni povere per 600 milioni di abitanti, sapete che un americano mangia quanto tre italiani e tre italiani mangiano quanto 1000 africani. Quindi nel mondo c’è uno che mangia quanto mille.

E poi ci meravigliano che vengono. E poi diciamo che quelli che vengono per vivere, per mangiare, se ne devono tornare indietro. Chi sono i poveri? Sono quelli che mancano di un bene necessario alla vita, pane, vestiti, casa, lavoro. Che mancano di un bene necessario per la vita, salute fisica, psiche, igiene, dignità, affetto, amicizia, libertà, fiducia. Ecco perché tante povertà.

Sapete che gli immigrati fanno stare attivo lo Stato di tre miliardi punto nove. Quindi non siamo in passivo con loro. Sapete che questi immigrati che dovrebbero andar via hanno già aperto 497.000 piccole aziende di lavoro, dove anche italiani lavorano. Sapete che gli immigrati messi in regola con i contributi dati all’Inps, che a loro non gioveranno, in quanto molti di loro se ne andranno, oggi mantengono 640.000 pensionati italiani.Sapete che se dovesse occuparsi lo Stato degli anziani, perché ci sono 800.000 badanti, dovendo comprare terreni, realizzare costruzioni, pagare personale, dovrebbe avere a disposizione 150 miliardi e quindi in 5 anni spendere 250 miliardi. Cosa che non può fare. E le badanti ci aiutano. Sapete che se non ci fossero i figli degli immigrati, ci sarebbero 68.000 insegnanti in meno e 35.000 classi scolastiche in meno. Ci pensate che nel 2050, ci saranno da sette ai dieci milioni di italiani in meno? Chi dovrà portare avanti le aziende. Li pagheremo per venire? Oggi stanno venendo gratis, pagando un altro prezzo e noi diciamo andatevene”