di Andrea Fantucchio
“Io ho visto tre Avellino: prima, durante e dopo il terremoto. Prima si stava bene, poi abbiamo sofferto molto e ci siamo dovuti rialzare per stare di nuovo bene, adesso, si deve soffrire ancora”. Sorride dolcemente la signora Olga. (Clicca sulla foto di copertina e guarda l'intervista video. Foto di copertina di Antonio Dello Iaco)
Oggi si celebra la carriera di questa donna che rappresenta un pezzo di città. Al pari del suo bar, che porta il suo nome, lì all’angolo dei platani. La signora Olga è stata premiata dall’amministrazione comunale di Avellino su proposta del consigliere Salvatore Cucciniello. Oltre a quest’ultimo erano presenti al bar il sindaco Paolo Foti e gli assessori Bruno Gambardella e Arturo Iannaccone.
Chiamarlo solo bar, l’attività di Olga e dei suoi figli, è riduttivo. Lì dentro, dopotutto, come Olga non smette mai di raccontare a chiunque abbia la pazienza di ascoltarla, sono passati anche Cossiga e il Duce. E si dice che proprio Mussolini abbia fatto i complimenti al signor Arturo, il padre di Olga, un altro nome legato a doppio filo con la città. Un nome oggi portato avanti dall’altro Arturo, il figlio di Olga, vecchia conoscenza di Ottopagine con la sua macchina fotografica. E lì dietro al bancone da dove oggi ci saluta.
Olga parla più lentamente dell’ultima volta che l’abbiamo incontrata, ma ha negli occhi la luce viva di un tempo.
“Sono felicissima di questo premio – sorride – onorata che il sindaco e l’amministrazione me l’abbiamo consegnato. Certo, ho lavorato tanto, non mi ricordo neppure quando ho iniziato. Più di cinquant’anni fa”.
Quello che non scorda sono i momenti di gloria della sua attività. E quelli del padre Arturo che un giorno fu premiato dal Prefetto in persona, una rarità per la sua epoca.
“Il prefetto con alcuni colleghi – racconta – erano andati da papà e prendere del gelato all’ananas. Il giorno dopo lo avevano convocato in Prefettura. Lui aveva paura. Ma il prefetto voleva solo complimentarsi con mio padre e fargli cegliere un premio. Lui gentilmente rifiutò targhe e coppe e puntò tutto sulla licenza per i superalcolici, una rarità per l’epoca. Il prefetto acconsentì”.
Mentre stiamo parlando una fila di persone entra ed esce dal locale per fare i complimenti alla signora Olga. E’ ora di andare. L’ultima frase la nostra intervistata speciale la dedica ai giovani: “Faccio a tutti i ragazzi di Avellino tanti auguri, è come se fossero figli miei. E spero realizzino tutti i propri sogni: sono loro, i giovani, la cosa più importante”.