Ariano Irpino

di Gianni Vigoroso

Immancabile anche quest’anno ad Ariano Irpino la “Buffetta di Sant’Oto. La rievocazione del banchetto nuziale anni cinquanta.

Una tradizione che si rinnova anno dopo anno, con grande passione ed entusiasmo. Siamo a pochi passi della chiesa di San Pietro De Reclusis, dove ha sede proprio il romitorio, la famosa celletta che è il luogo in cui Sant'Ottone ha trascorso in solitudine e preghiera gli ultimi tempi della sua vita, prima di abbandonarsi a Dio, dopo tre anni di vita caritatevole al servizio della comunità. E’ in questa meravigliosa villa, tra i profumi e i sonori della natura che lo chef Mario Giardino insieme al suo staff Gnammo ha organizzato l’evento.Un appuntamento ormai consolidato, ideato da Luigi Zecchino e giunto alla sua diciottesima  edizione.

Dopo il gemellaggio con Melito Irpino, Savignano, Barletta, Reggio Emilia, Bonito, quest’anno ha visto partecipe anche una folta comitiva giunta da Napoli.

Il significato di questo raduno:

La buffetta, quel tavolinetto in legno a quattro piedi piccolissimo che rappresentava in ogni casa il momento più importante della giornata, quel contatto ravvicinato per condividere insieme, nella semplicità più pura il pranzo e la cena del giorno è tornata a splendere in questa giornata baciata da un sole bellissimo.  Un incontro conviviale tra amici, resta questo il vero senso della buffetta, senza mai tralasciare l’aspetto religioso legato alla profonda devozione al santo patrone Ottone Frangipane.

Tra le prelibatezze, il tradizionale antipasto di un tempo, spezzatino  e uova d’oro, minestra maritata, tortiera di patate aromatizzata con cipolle, e l’immancabile torna nuziale. Ad allietare la giornata la simpatia di sempre, del Marchese del Grillo.

Davide Ruggiero direttamente da Rolo è uno degli emigranti che ha preso parte alla“Buffetta di Sant’Oto”. Una rievocazione dunque a base di pietanze povere e tipiche di quell’epoca. E’ un po’ l’immagine di un Ariano che non c’è più ma che conserva gelosamente le sue radici.

Ottone Frangipane, patrono degli arianesi giunse sul tricolle intorno 1117. A quell’epoca la città era un luogo di transito e di sosta per i pellegrini che da Napoli e Benevento andavano verso Bari per imbarcarsi alla volta della Terrasanta.

Ottone si dedicò alla loro assistenza e fondò per ospitarli l’ospedale di San Giacomo. Nel 1120 decise poi di condurre vita da eremita e si ritirò nei pressi della chiesa di San Pietro, oggi chiamata ‘’San Pietro dei Reclusiis’’, lì si costruì una piccola cella dove pregava, vegliava, faceva penitenza e digiunava. Presto attorno a lui si diffuse una fama di santità e avvennero diversi fatti prodigiosi. Molti ancora oggi ricordano quella triste sera del 23 novembre 1980 quando il campanile si piegò su stesso, in una piazza gremita, senza provocare morti.

“C’è chi anche in quell’occasione intravide la mano del nostro santo protettore che amiamo profondamente - ci dice Luigi Zecchino.”

La festa è appena iniziata, dalle 15.00 tutti a tavola. “Ringrazio tutti coloro che hanno aderito all’iniziativa – afferma Mario Giardino persona stimata da tutti per la sua professionalità e forte attaccamento alla città – anche quest’anno ce l’abbiamo fatta, viva la buffetta, viva il nostro santo protettore, che ama gli arianesi ma soprattutto i forestieri.”