di Gianni Vigoroso
L'amministrazione comunale di Ariano guidata dal sindaco Domenico Gambacorta scende con fermezza in campo nella settimana contro la violenza di genere organizzando una giornata di riflessione e approfondimento che ha coinvolto i tre istituti scolastici superiori del Tricolle. Protagonisti gli studenti che hanno realizzato per l'occasione video e lavori apprezzati e premiati anche dalle associazioni locali.
Innanzitutto la violenza declinata in tutte le sue più becere sfumature trattata dagli studenti con una maturità fuori dal comune. Non una in meno, è lo slogan coniato anni fa per ricordare tutte le donne vittime di violenza, purtroppo però ogni anno c'è una donna in più ad allungare e ingrossare le tristi statistiche sui femminicidi. Al convegno, moderato in dalla giornalista Barbara Ciarcia, che ha introdotto la giornata e anticipato le premiazioni dei ragazzi, autori degli slogan posti sulle due panchine rosse che saranno installate in questi giorni, hanno preso parte la consigliera provinciale alle parità Antonella De Angelis, l'assessore Debora Affidato, la consigliera comunale Patrizia Savino e l'avvocato e scrittrice Emanuela Sica.
Donne impegnate a 360 gradi contro le discriminazioni e ogni forma di violenza. Docenti e dirigenti scolastici in prima linea nella formazione di una generazione più consapevole dei propri diritti e più responsabile verso ogni forma di prevaricazione e prepotenza.
Molto intenso e coinvolgente come sempre l'intervento di Emanuela Sica:
“Mai dare una seconda possibilità, perché un uomo violento non cambia. Non dobbiamo essere crocerossine di quell’amore, perché quell’amore ci può uccidere. Molte donne non riescono nemmeno a riconoscere che cosa sia un amore tossico. E’ quindi fondamentale che loro sappiano comprendere, quelli che sono i sentimenti propri, ma soprattutto elaborare quelli che sono dall’altra parte. Molti uomini creano delle reti in cui queste donne ci finiscono e si riescono a liberare purtroppo soltanto nelle fasi finali. E’ fondamentale che ogni donna, comprenda quello che sta vivendo con il suo uomo e si faccia una semplice domanda: Mi rispetta? Rispetta la mia identità, intelligenza, autonomia? Con questa persona mi sento serena oppure ho paura? Se si riesce a rispondere a queste domande, forse le donne, riescono a capire che quell’amore che stanno vivendo, non è un amore positivo e riescono a liberarsi.”
Per Antonella De Angelis consigliera pari opportunità della Provincia di Avellino, formazione, educazione e comunicazione devono essere il punto di partenza in questa lotta:
Noi come istituzioni, tutti, ognuno deve fare la sua parte in maniera sinergica. Avviare un processo di natura culturale, sociale, intellettuale e cognitivo, soprattutto attraverso le giovani generazioni. Ben vengano queste iniziative come le panchine rosse.
Soddisfatta della giornata Debora Affidato che insieme agli altri amministratori ha portato in sala i saluti del sindaco Domenico Gambacorta:
"Una giornata intensa, ricca di partecipazione. Abbiamo inaugurato le panchine rosse, questa campagna nazionale che per noi, si colora di un valore aggiunto, quello della partecipazione dei giovani. Sono stati loro infatti ad ideare le fresi e i disegni stampati sulle panchine. E’ stata per noi una grande emozione perché hanno veramente partecipato con piena consapevolezza."
Patrizia Savino da anni in prima linea nel sociale e al fianco delle donne: "Un grandissimo ringraziamento agli istituti che hanno partecipato a questo evento, alle associazioni tutte a Marco Memoli, forum della gioventù, bravissimi i ragazzi che hanno ideato le frasi."
Peccato per qualche intoppo di carattere tecnico e la scarsa attenzione di uno sparuto guppetto di studenti, tra cui anche donne e questo dispiace molto soprattutto per il senso della giornata a loro dedicata, protagonisti di un comportamemto non di certo esemplare, tra chiasso in sala, fischi e stupide risate anche in momenti particolarmente toccanti. Ma questo accade ovunque durante i convegni. Forse i docenti potrebbero fare di più per ammonire o allontanare chi evidentemente non è interessato ad ascoltare e approfitta di queste giornate solo per non fare lezione a scuola.