"C’è un legame forte, che non si interrompe neppure con la morte, un legame di affetto e di fede verso coloro che ci hanno preceduto e dormono il sonno della pace. La morte è stata sconfitta dal sacrificio di Gesù."
Sono le parole del Vescovo Sergio Melillo, nel lunedì dell'Angelo, durante la celebrazione che come di consueto si è tenuta di buon mattino, all'interno del cimitero di Ariano Irpino. Tra i presenti anche molti emigranti, giunti appositamente in queste festività pasquali per far visita ai propri cari.
"La resurrezione del Signore è la nostra speranza - ha affermato Melillo, attraverso il suo messaggio diffuso a tutti sul mensile della diocesi "In Cammino" - Così Sant'agostino spiegava ai suoi fedeli che Gesù è risorto perchè noi non disperassimo, pensando che con la morte la vita sia totalmente finita. Cristo è risorto per darci la speranza. Con la resurrezione Dio ricrea il mondo per amore.
La Pasqua segna il passaggio definitivo dalla morte alla vita. Il suo "passaggio" ha aperto una "nuova via", tra la terra e il cielo. Il volto di Cristo sfregiato dai dolori dell'umanità, dagli orrori delle guerre è trasfigurato, irradia luce e dirada le ombre.
Nell'alba di Pasqua anche il suono grave delle campane acquista uno speranzoso tintinnio. Sveglino con i loro rintocchi, le nostre coscienze ad avere attenzione ai cuori affranti dei senza speranza, degli scartati. Nel Vangelo Pietro e Giovanni correndo affannati al sepolcro vuoto, rimangono stupiti da quell'assenza. Il legno secco e mortifero della croce è gemmato come la primavera.
La speranza che si è fatta concreta non è "un'uscita di sicurezza", come direbbe Ignazio Silone, nè "un viaggio al termine della notte" (Celine), una fuga lontano da scenari che drammatizzano il nostro quotidiano. La speranza cristiana è la certezza che la resurrezione del Signore ha il suo compimento nella vita e la illumina."
Gianni Vigoroso