Napoli

di Pierluigi Melillo

Dalla rivolta in piazza al dialogo istituzionale. Il sindaco di Napoli Luigi de Magistris si spoglia del ruolo di capo popolo e “chiama” il premier per chiudere la questione del “debito ingiusto”. Dice de Magistris: “Siamo in attesa in queste ore di avere dal premier Gentiloni la risposta definitiva. Il presidente del Consiglio ha preso impegni precisi e pertanto ci attendiamo una risposta esaustiva e immediata”.

La squadra del sindaco sta mettendo a punto la delegazione e il programma di lavoro da presentare negli incontri politici e istituzionali che già in settimana potrebbero essere fissati a Roma. “Noi porteremo soluzioni - ha affermato il sindaco - Fino ad ora le abbiamo trovate da soli, ma siamo arrivati a un punto di non ritorno. È assolutamente necessario l'intervento autorevole dell'Anci per quanto di sua competenza, ma la partita fondamentale è in mano al Parlamento, che è nel pieno delle sue funzioni e può intervenire, e al Governo che mi auguro quanto prima possa insediarsi e operare, ma la città non può più attendere”. La vicenda del debito storico, risalente al commissariamento post terremoto del 1980 e al commissariamento rifiuti di dieci anni fa, pesa sulla gestione economica finanziaria dell'ente che la prossima settimana si appresta a discutere e approvare in Consiglio comunale il bilancio di previsione e poi il rendiconto. “Sono momenti decisivi - ha sottolineato de Magistris - siamo davanti a un quadro da bombardamento nucleare istituzionale che stiamo fronteggiando con una grande resistenza popolare e democratica, con solidità e lucidità per cercare di evitare ricadute sulla città, ma senza un intervento immediato potrebbero scatenarsi tensioni sociali ed economiche. Le istituzioni hanno il dovere di intervenire e ci auguriamo che ci sia la sensibilità politica e istituzionale di intervenire subito e bene”.