Il forte terremoto che si è registrato questa mattina alle 11,48 in Molise, a Termoli e lungo tutta la fascia costiera, è stato originato da una nuova faglia. Lo ha rivelato il presidente dell'Ingv (centro nazionale terremoti), Carlo Doglioni. Che ha quindi escluso che l'evento sismico sia da collegare con la sequenza sismica iniziata nell'Italia centrale nell'agosto del 2016 con il terremoto di Amatrice. Sarebbe più profonda e con un movimento orizzontale.
Il terremoto è stato di magnitudo 4.2 ed è durato circa un minuto. La profondità è di circa 31 chilometri e l'epicentro è stato segnalato a poche centinaia di metri dal comune di Acquaviva di Collecroce, in provincia di Campobasso.
La scossa è stata avvertita anche in Abruzzo e in alcune zone di confine con la Puglia.
Non si registrano per fortuna né feriti, né danni. Forze dell'ordine, vigili del fuoco e protezione civile stanno effettuando controlli nei centri storici dei paesi dove il movimento tellurico è stato avvertito con maggiore violenza.
La terra ha tremato di nuovo poco dopo. Alle 12,05, questa volta l'epicentro a Montecilfone. La magnitudo non ha superato i 2,4 gradi. Si sono registrati, fino alle 13,23 altri quattro episodi. Sempre di lieve entità.
Terremoti di magnitudo tra 4 e 5 non sono certo rari in Italia. Se ne contano una ventina ogni anno. Per questo gli esperti invitano alla calma e a evitare allarmismi, anche se è necessario monitorare continuamente l'evolversi della situazione. Il sisma molisano è stato mille e 500 volte meno potente di quello avvenuto il 30 ottobre del 2016 a Norcia, quando si raggiunse una magnitudo del 6,5.
L'Appennino centromeridionale continua dunque a essere interessato da questi movimenti tellurici. E sono ormai diverse le faglie attive e che negli ultimi anni, soprattutto in Abruzzo, Marche e Lazio, hanno generato eventi distruttivi.