Quando i campionati stanno per finire e la posta in palio diventa alta è prassi badare alla concretezza piuttosto che all’estetica e così la Salernitana, pur regalando quasi un tempo intero ad un avversario mentalmente proiettato già alla prossima stagione, ha messo in ghiacciaia la salvezza battendo per 4-2 il Brescia al termine di una partita tatticamente non ineccepibile, ricca di errori individuali su entrambe le sponde, ma che i granata hanno portato a casa grazie a quel cinismo che era mancato nelle settimane precedenti. Una boccata d’ossigeno per Colantuono che, numeri alla mano, fino alle 15 di ieri pomeriggio aveva fatto decisamente peggio del suo predecessore al punto da spingere la società ad approfondire le valutazioni in merito al suo futuro, tutt’altro che certo a prescindere da un contratto già firmato. La sua Salernitana, anche ieri, ha alternato discrete trame di gioco sulle corsie esterne, ma anche amnesie difensive che potevano costare carissimo se Torregrossa e Caracciolo avessero avuto maggiore cattiveria e freddezza sotto porta. I primi 20 minuti dei campani sono stati pessimi, tra i più brutti dell’intera stagione: circolazione di palla lenta, calciatori quasi tutti schiacciati nella propria metà campo e mai capaci di trasformare l’azione da difensiva ad offensiva, scarso pressing a sinistra di Kiyine, centrocampo puntualmente scavalcato e quartetto arretrato messo sovente sotto pressione grazie al continuo movimento delle mezz’ali e del trequartista del Brescia. Tonali e Bisoli, con tecnica e senso della posizione, hanno spadroneggiato senza trovare opposizione, favoriti anche dal continuo imperversare su tutto il fronte d’attacco del tandem offensivo e dalla scarsa lucidità di un Ricci puntualmente pressato quando prendeva palla a ridosso della propria area di rigore.
Il 4-3-1-2 camaleontico di Colantuono, per cause di forza maggiore, talvolta sembrava più un 4-5-1, con Rosina costretto ad arretrare il baricentro per entrare nel vivo del gioco e Sprocati che si pestava i piedi con Bocalon. Il Brescia, come detto, sfiorava il vantaggio in almeno tre occasioni: prima Caracciolo giganteggiava su Mantovani imbattendosi nella prodezza di Radunovic, poi in due circostanze Torregrossa dettava il taglio di Bisoli che crossava di prima sul palo opposto senza trovare adeguata assistenza. Il monologo dei lombardi- scolastici ma assai efficaci nel giro-palla- veniva interrotto dall’improvviso vantaggio granata: bella triangolazione sull’asse Casasola-Rosina e servizio in verticale geniale per l’accorrente Sprocati, bravo a pescare l’angolino giusto per l’1-0. Da quel momento in poi il 4-3-3 della Salernitana era più evidente e meglio disposto sul terreno di gioco, sebbene Colantuono spesso chiedesse a Sprocati di giocare al fianco di Bocalon per creargli spazio e mettere ansia ad una difesa che sin lì lo aveva di fatto annullato. Nella ripresa Brescia in campo quasi con un 4-2-2-2, con Bisoli e Tonali in posizione più avanzata e gli esterni bassi praticamente a ridosso della linea di metà campo per tenere bloccati gli avversari e sfornare cross a ripetizione per la testa del solito Caracciolo. L’1-1 era più che meritato e nasceva da una bella giocata di Tonali: il tiro dalla distanza sorprendeva l’incerto Radunovic, ma la scarsa opposizione dei due centrali difensivi di certo non ha agevolato il pipelet di casa. 60 secondi dopo altro brivido: ennesima palla persa da Ricci, ripartenza tre contro uno del Brescia e clamoroso errore di Tonali a tu per tu con Radunovic, occasione ancora più semplice di un rigore in movimento.
Nella circostanza Salernitana impreparata perché Casasola aveva provato l’affondo a destra e Vitale aveva seguito l’azione offensiva sull’out opposto. Per la legge dei grandi numeri a gol mancato corrisponde gol subito e la Salernitana non è venuta meno: cross di Sprocati, triplo tentativo di Bocalon e sfera in fondo al sacco per il raddoppio, proprio mentre Colantuono cambiava volto alla Salernitana inserendo Zito al posto di Kiyine per garantire freschezza e personalità in mezzo al campo. Il tris nasceva da un’azione tipica del repertorio di Colantuono, con un rapido scambio di prima a limite dell’area tra Sprocati, Rosina e Bocalon, la sovrapposizione di Casasola e il traversone basso sul secondo che mandava in tilt Bisoli per il 3-1. A quel punto il mister optava per un atteggiamento più difensivo e passava al 5-3-2: fuori Sprocati, dentro Popescu con l’obiettivo di difendere il vantaggio e addormentare la partita. Peccato, però, che ancora Ricci perdesse banalmente palla a metà campo favorendo la giocata scolastica del Brescia, con pallone in diagonale che tagliava fuori proprio Popescu e permetteva a Okwonko di riaprirla. La girandola di emozioni- ed errori tecnico-tattici- non si esauriva certo lì, perché la Salernitana calava il poker con un’azione fotocopia del gol precedente, ma stavolta conclusa da Zito, quanto mai ingenuo nel farsi espellere per l’esultanza smodata. Nel finale, con scarsa benzina nelle gambe e un crollo generale di un Brescia davvero brutto dalla cintola in giù, solo una parata di Radunovic e due belle parate di Minelli su Signorelli e Bocalon prima del triplice fischio finale che sanciva la salvezza granata e la fine dell’incubo play out.
Gaetano Ferraiuolo