Proprio ieri pomeriggio, durante la telecronaca, il noto giornalista di Sky Maurizio Compagnoni ha ricordato l'avventura della Salernitana in serie A sostenendo che "quella squadra, dall'arrivo di Oddo in poi, viaggiò ad una media punti da coppa Uefa, un girone di ritorno strepitoso e un sogno salvezza che si infranse a Piacenza al termine di una gara che si concluse 1-1, un pareggio che non bastò per restare in quella categoria tanto attesa dalla tifoseria granata". Pensare a quel campionato, e soprattutto al tragico epilogo del 24 maggio, fa molto male ancora oggi, sebbene quella maledetta stagione abbia regalato anche giornate indimenticabili al popolo di fede granata, capace di costituire un valore aggiunto imprescindibile in quell'Arechi diventato un fortino e che fece tremare le gambe anche a giocatori abituati a palcoscenici internazionali. Esattamente 19 anni fa, dopo Lazio, Inter e Roma, toccò alla Vecchia Signora inchinarsi a Sua Maestà: in 40mila si strinsero al fianco della Salernitana per battere la Juventus e scrivere una pagina indelebile di storia, uno stadio che tremava e ribolliva di tifo e di entusiasmo già 4 ore prima dell'inizio della partita e che, proprio come ha detto di recente Compagnoni alla nostra redazione, "costituì un fattore importante, commentai quella gara e c'era un pubblico da pelle d'oca". La Juventus di Ancelotti, Henry, Inzaghi e Zidane, accompagnata allo stadio dalla famosa "Triade" guidata da Luciano Moggi, doveva vincere per forza per alimentare il sogno europeo, ma la Salernitana in casa era una macchina da guerra e al 38' del primo tempo ci pensò Di Vaio a trafiggere Peruzzi favorito da una giocata da fuoriclasse di Di Michele, ignorato da Rossi in favore di Chianese, ma rilanciato senza esitazione da Oddo.
Fatta eccezione per la traversa scheggiata da Zidane con una sassata da 30 metri, la Juventus fece poco o nulla e dovette ringraziare soltanto l'arbitro Borriello che non concesse un rigore netto per atterramento di Di Michele ad opera di Iuliano. Nella ripresa la Salernitana dominò in lungo e in largo e rimase addirittura in doppia superiorità numerica per le espulsioni di Mirkovic e dello stesso Iuliano, tremando soltanto al 90' quando Balli si oppose a Fonseca. Da ricordare il duello tra Davids e Gattuso, contraddistinto da contrasti, scivolate e duelli che esaltarono la platea e che videro il "ringhio granata" perennemente vincitore. "Resteremo in serie A" e "Sarò pazzo ma ci credo" i due slogan che accompagnarono la festa nel post partita, coronamento di un percorso magnifico, ma che non bastò- per tanti motivi- ad evitare una delle retrocessioni più immeritate della storia e che grida ancora oggi vendetta. Se Oddo fosse arrivato prima..
SALERNITANA (4-3-1-2): Balli; Bolic, Fresi, Monaco (Tosto 45′ s.t.), Del Grosso; Gattuso, Bernardini, Gia. Tedesco; Giampaolo (Ametrano 39′ s.t.); Di Vaio, Di Michele (Vannucchi 10′ s.t.). (Ivan, Kristic, Kolousek, Chianese). All: Oddo.
JUVENTUS (4-5-1): Peruzzi; Mirkovic, Iuliano, Montero, Pessotto; A.Conte (Di Livio 18′ s.t.), Deschamps, Zidane, Davids, Henry (Fonseca 7′ s.t.); F. Inzaghi (Amoruso 36′ s.t.). (Rampulla, Ferrara, Birindelli, Tacchinardi). All: Ancelotti.
ARBITRO: Borriello di Mantova.
MARCATORE: Di Vaio al 38′ p.t.
SPETTATORI: paganti 9.170, incasso 471.575.000 lire, abbonati 27.671, quota-gara 862.373.529 lire ESPULSI: Mirkovic (28′ s.t.) ultimo uomo, Iuliano (41′ s.t.) per doppia amm. (scorr.e prot.) AMMONITI: Montero, Fonseca e Davids e Deschamps
Gaetano Ferraiuolo