La "Sindrome da Salerno", in questi anni, ha colpito davvero molti calciatori. E' capitato con frequenza, infatti, che atleti che in maglia granata facevano fatica anche ad effettuare i passaggi più elementari si siano riscoperti fenomenali altrove aumentando il rammarico per ciò che poteva essere e non è stato. Uno dei "misteri" della gestione Lotito-Mezzaroma riguarda Thomas Strakosha, portiere albanese bollato come "bidone" da gran parte del pubblico di fede granata, ma che ormai da due anni e mezzo è titolare nella Lazio in serie A, gioca competizioni europee ed ha alzato anche un prestigioso trofeo risultando tra i migliori in campo. La maggior parte dell'opinione pubblica indica in Torrente il principale responsabile dello scarso rendimento a Salerno, con quel "balletto" con Terracciano che non aiutò nessuno dei due soprattutto dal punto di vista psicologico, altri parlano semplicemente di "fortuna" dal momento che Strakosha si è ritrovato titolare non tanto per quanto fatto in allenamento, ma per gli infortuni dei titolari. La verità è che Simone Inzaghi- altro tecnico che a Salerno avrebbero accolto con scetticismo e che oggi è considerato tra i più bravi d'Europa- è uno che con i giovani ci sa fare e ha avuto coraggio di schierarlo dal primo minuto anche in partite apparentemente difficilissime nelle quali il portiere laziale ha mostrato temperamento e sangue freddo.
Chi lo ha allenato a Salerno è Leonardo Menichini che, intercettato dai colleghi di RMC SPORT si è espresso così in merito ricordando anche la sua avventura all'ombra dell'Arechi: "Luiz Felipe non l’ho allenato alla Salernitana, Strakosha invece sì. É un grande professionista, merita tutto il bene e si intravedevano già allora doti importanti. Sta facendo delle ottime prestazioni, l’umiltà è la sua grande forza". Parole che in realtà cozzano con quanto fatto due anni fa, quando Menichini decise che il titolare dovesse essere Terracciano che certo non era una "saracinesca" tra i pali. La domanda, dunque, è d'obbligo: perchè fu scelto l'attuale dodicesimo dell'Empoli se la guida tecnica di allora lo reputava un grandissimo talento?
Gaetano Ferraiuolo