Salerno

Davide Bombardini, ex granata che a Salerno ha lasciato un ottimo ricordo, intervistato dai colleghi di Salerno Sport 24, ha parlato del torneo cadetto e, in particolare, di Salernitana e Palermo che si affronteranno questa sera allo stadio Arechi per l'ultima gara della regular season. Riportiamo alcuni passaggi dell'intervista. Innanzitutto Bombardini parla del suo presente: “Al momento non c’è nulla. Vorrei rientrare nel mondo del calcio facendo qualcosa che mi piaccia ma al momento non ci sono situazioni che mi entusiasmano per cui preferisco aspettare, non perdo tempo e non ne faccio perdere”.

Cosa pensi delle squadre B?

“Gli scontenti ci saranno sempre. Comunque vai a togliere qualcosa a qualcun altro. E’ certamente una possibilità però per riattivare un movimento, quello del calcio, che va esaurendosi. Poi in giro ce ne sono di calciatori bravi che hanno magari bisogno di un po’ più di tempo per maturare”.

Salernitana-Palermo apre l’ultimo turno di una delle serie B più affascinanti degli ultimi anni. E a proposito del Palermo, tutti molto forti, chi ti sta piacendo di più tra i rosanero?

“La Gumina sicuramente. Il Palermo si è lasciato sfuggire la promozione diretta nelle ultime partite. A Salerno verrà a prendersi i tre punti anche perché i granata non hanno più niente da chiedere al campionato, per forza di cose le motivazioni saranno diverse”.

E nella Salernitana, invece?

“Un campionato anonimo. Per il secondo anno di fila termina il torneo a metà classifica, per me è fallimentare un campionato a Salerno terminato così. Se finisci a 7/8 punti dai play-off, arrivare a questo punto del torneo, l’ultima giornata, senza aver più nulla da chiedere, per me è anonimo”. 

Un po’ di amarcord: il momento più intenso che hai vissuto quando vestivi il granata.

“Sono tanti. Sicuramente le vittorie su Genoa e Palermo, la rimonta con il Cagliari rappresentano i momenti più belli ed intensi. Poi tutte quelle vittorie consecutive con Gregucci in panchina dove stavamo facendo sognare una città. Sopra di noi c’erano squadre sicuramente più attrezzate ma l’entusiasmo che si creò in quei mesi fece sì che l’Arechi fosse pieno ad ogni partita. Come dimenticare i trentamila che si presentarono nella gara con l’Ascoli quando l’obiettivo era la salvezza. Il fallimento che ne seguì fu davvero un peccato in un momento in cui si progettava un gran campionato”.

Ti piacerebbe tornare a Salerno?“Certo, mi piacerebbe venire allo stadio. Magari l’anno prossimo per il centenario…”.

Redazione Sport