Salerno

Vuoto per tutta la stagione a causa della spaccatura tra chi seguiva "la palla di pezza" e i seguaci dei ragazzini che, con la maglia granata addosso, affrontavano in terza categoria il Messico e Nuvole, esattamente 12 anni fa l'Arechi tornò per un pomeriggio ai fasti di un tempo, conferma del fatto che molto spesso gli obiettivi contano più della fede sportiva vera e propria. Si chiamava sempre Salernitana Calcio, non aveva l'ippocampo sul petto e si era ritrovata in serie C attraverso il Lodo Petrucci, eppure improvvisamente tantissime persone che si erano allontanate dai gradoni riscoprirono il piacere di emozionarsi per una partita di calcio. E che partita! La formazione di Cuoghi, graziata dalle inadempienze economiche del Teramo del compianto Malavolta, vide ripagati gli sforzi di una rimonta super ritrovandosi a battagliare nei play off con un Genoa passato in un giorno dalla A alla C per illecito sportivo e che, in campionato, fu sovrastato dai corregionali dello Spezia palesando un crollo totale sul piano psicofisico. 

DInanzi a 25mila spettatori e con un gruppo di napoletani nel settore ospiti a "gufare" i colori granata in nome del gemellaggio con i rossoblu, la Salernitana disputò una signora partita mettendo sotto un avversario che, se non con Botta al 2', non riuscì mai a rendersi pericoloso. Il vantaggio fu la logica conseguenza della superiorità dei padroni di casa: cross di Scotti e girata vincente di Ferraro che, con le sue capriole, fece impazzire l'Arechi: gol dedicato ad Emilio, storico tifoso granata che, come sempre, seguiva la squadra con amore ed affetto non solo durante le partite, ma anche negli allenamenti settimanali. Risse, denti saltati, pugni, gomitate e proteste accesero ulteriormente gli animi sugli spalti, complice anche il pessimo arbitraggio del signor Velotto che si mostrò severissimo con la Salernitana e molto generoso col Genoa, risparmiando sacrosante espulsioni ai nervosissimi Zaniolo e Coppola, ma anche al portiere Scarpi. Nella ripresa il gol del 2-0 ancora di Ferraro sembrava spianare la strada verso la finalissima col Monza, peccato che Araboni si divorò il 3-0 che avrebbe consentito di archiviare la pratica. E proprio mentre l'Arechi faceva festa ecco uno dei tanti ex, Marco Rossi, trasformarsi in un atleta di nuoto e tuffarsi in area di rigore scambiando il prato per una piscina. Solo Velotto vide quel rigore inesistente, segnato da Stellini con esultanza rabbiosa sotto la tribuna. Era il Genoa del ds Fabiani, era la Salernitana di Cuoghi che per il secondo anno consecutivo si vedeva espropriata di quella B che le spettava di diritto per quanto fatto sul campo..

SALERNITANA: Ambrosio , Siniscalchi, Ingrosso, Cardinale (19′ st Shala ), Ignoffo, Scotti , Princivalli, Soligo, Ferraro, Di Vicino (26′ st Bovo), Araboni (30′ Magliocco) [All. Cuoghi, Prisco, Sannibale, Vastola, De Cesare]

GENOA: Scarpi, Stellini, Lamacchi, Fusco (31′ st Ambrogioni), Baldini, Botta (12′ st Moretti), Rossi, Coppola , Zaniolo  (12′ st Lopez), Mamede, Iliev [All. Vavassori, Barasso, De Vezze, Rivaldo, Grabbi]

ARBITRO: Velotto di Grosseto

MARCATORI: 25′ pt Ferraro, 8′ st Ferraro (S), 45′ st Stellini (rig) (G)

AMMONITI: Ambrosio, Shala, Scotti (S); Coppola, Zaniolo (G)

Spettatori: 24178, di cui 800 ospiti

Redazione Sport