Insieme al pareggio di Piacenza è ricordata ancora oggi come una delle partite più tristi e beffarde della storia, un ko dolorosissimo che non permise ad una squadra semplicemente meravigliosa di tagliare il traguardo promozione e di tornare in serie A quasi mezzo secolo dopo la prima e ultima apparizione. Era l'11 giugno del 1995, si giocava allo stadio Atleti Azzurri d'Italia e la Salernitana, dopo aver pareggiato in casa con la Lucchese, non aveva altro risultato che la vittoria a Bergamo per coronare il sogno, quel doppio salto che sembrava soltanto utopia pochi mesi prima e che era stato reso possibile da un gruppo di calciatori ancora oggi amato come pochi altri. Al seguito di Sua Maestà c'erano oltre 5mila sudditi, una carovana granata che per tutto l'arco della stagione aveva rappresentato in casa e fuori un valore aggiunto imprescindibile, quella simbiosi che oggi servirebbe come il pane, ma che manca per tanti motivi. Era l'epoca dell'amore incondizionato per la maglia, del "gioca la Salernitana e tanto basta", senza social, tv a pagamento e calciatori che baciavano la maglia per poi andarsene una settimana dopo. Era la Salernitana di Delio Rossi, Pisano, Grimaudo, Tudisco, Breda, Ricchetti, Fresi, Iuliano, di Ciccio Rocco e del SIberiano, di 25mila spettatori che in media avevano seguito le partite casalinghe costituendo il dodicesimo uomo in campo per davvero e non per retorica. L'Atalanta, però, aveva una squadra fortissima, uno stadio a favore, due risultati a disposizione e una condizione psicofisica invidiabile, eppure gli ospiti disputarono una prima frazione eccellente sfiorando il gol in più circostanze; peccato che Ferron fosse in giornata di grazia, determinante una sua parata su colpo di testa a botta sicura di Fresi. Sul più bello ecco la beffa, l'1-0 nerazzurro con la rete di un giovanissimo, ma già assai forte Ganz che sembrava tagliare definitivamente le gambe ai granata prima della magia di Strada che riaccese la fiammella della speranza. Tutto inutile, di lì a poco ecco il 2-1 di Valentini, abile a sfruttare uno dei pochi errori difensivi dei campani. Le lacrime di Chimenti e Grimaudo, le parole di Rossi in sala stampa, l'applauso di tutta Salerno sono immagini ancora chiare nella memoria di tutti. E quella Salernitana sarà sicuramente parte integrante del percorso che porterà al centenario...
Gaetano Ferraiuolo