Torre le Nocelle

 

di Andrea Fantucchio e Gianni Vigoroso 

Vi avevamo lasciato con il sindaco pronto a denunciare il prete per averlo schiaffeggiato. Oggi abbiamo ascoltato l'altra campana. Don Mario Minichiello il sacerdote di Grottaminarda, che sostituisce momentaneamente il parroco di Torre le Nocelle, don Michele Bianco attualmente fuori sede. (Clicca sulla foto di copertina e guarda l'intervista video realizzata dal collega Gianni Vigoroso)

Il prete era seduto a una tavola calda nel suo paese a Grottaminarda. E lì, con una pacatezza irreale, ideale contrappasso dell'eco montata intorno alla vicenda, ha offerto la sua versione dei fatti. Galeotto – per restare in tema di Divina Commedia – fu un martello pneumatico.

«Tutta colpa di quel maledetto. Durante la messa di domenica, mi sono spaventato. Pensavo fosse un attentato terroristico. Così ho lasciato tutto e sono corso in piazza. Il rumore sembrava provenire da sopra la chiesa. Poi ho capito che era qualche metro più in là. Su un'abitazione. Anche se non vedevo chi stesse lavorando».

Il prete è andato al bar.

«Il barman mi ha detto quello è il sindaco al tavolo. L’ho preso per mano... “Che sta facendo, sto bevendo il caffè”, Mi ha risposto lui. Poi l'ho portato fuori. Ma è tornato dentro e io l'ho seguito ancora. Un altro strattone e se n'è andato».

Insomma – per don Mario – nessuno schiaffo al primo cittadino, Tony Cardillo. Però, da buon pastore, il religioso è comunque pronto a dare l'esempio e a recitare il mea culpa.

«Mi dispiace per come è andata. Questa cosa ha rovinato la messa e il caffè del sindaco. Anzi, se mi vuole dare un pugno me lo dia pure. Lo accetto come penitenza».

Don Mario ha lanciato un messaggio alla popolazione: «Torre le Nocelle ha la fortuna di avere un sacerdote dello spessore spirituale culturale di padre Michele Bianco, che danni svolge la sua missione accogliendo migliaia di persone da tutto il mondo, sempre pronto a incoraggiare e sostenere il cammino di fede, infondendo speranza e fiducia nei cuori dei fedeli che con la loro presenza hanno reso famoso il Santuario Irpino. Invito l’Amministrazione e la chiesa a camminare insieme nell’unità e nella pace, nel rispetto dei ruoli, ricordando che “con la concordia le cose più piccole crescono, con la discordia quelle più grandi si distruggono”.

E’ un invito da raccogliere, accogliendo con gioia i numerosi pellegrini, creando strutture idonee ad ospitarli. Sono sicuro che si farà, mettendo da parte veleni e dissapori, spesso solo frutto di pochi occulti operatori di divisione, portatori di interessi di parte, chiedendo scusa per il mio gesto frainteso. Fra poco ci sarà la festa di San Ciriaco e sono certo che l’amatissimo Santo farà il miracolo dell’unità».