Torrecuso

Libero Rillo, patron dell'azienda Fontanavecchia, con i suoi vini ha fatto incetta di grappoli e bicchieri, ma non solo: grazie al suo ruolo di presidente del consorzio Sannio Tutela Vini ha fatto crescere il marchio Sannio, il suo valore e soprattutto ha contribuito a un cambio di passo.


Gli ultimi dieci anni per il vino sannita sono stati infatti di profondo cambiamento, come ha ricordato lo stesso Libero Rillo: “In 10 anni è cambiato moltissimo: 10 anni fa c'era un settore non organizzato, sparpagliato senza una voce unica, senza compattezza. Oggi questo non esiste più: le aziende si sono unite sotto l'ombrello del consorzio di tutela che sta valorizzando e promuovendo all'estero le produzioni. Tutelandole, per evitare che ci siano furbacchioni che magari vanno a imitare brand di successo a discapito della qualità, il consorzio lo evita questo. I numeri poi parlano chiaro: la qualità certificata della Falanghina del Sannio passa in dieci anni da 30mila ettolitri a 100mila ettolitri, sono numeri”.


E guardando all'Irpinia Rillo spiega che la vera sfida non è quella di portare il Sannio ai livelli raggiunti dai “cugini”, ma far crescere il territorio in toto, viste le enormi potenzialità e numeri ancora bassi: “Non amo paragoni tranchant, specie se si parla di Irpinia. Come consorzio cerchiamo di collaborare con altri consorzi della nostra Regione per la crescita: se vogliamo puntare in modo forte sui mercati internazionali bisogna come minimo ragionare come regione, e serve compattezza. L'Irpinia poi è la provincia più simile a noi: se vanno bene loro andiamo bene anche noi. Serve visione: su un mercato internazionale un consumatore difficilmente riesce a distinguere un aglianico del Taburno, irpino o un Taurasi, perciò bisogna lavorare sul nome aglianico. La Campania, in generale in Italia è piccola come produzione, è all'ottavo o nono posto nazionale, perciò bisogna lavorare insieme per crescere senza perdersi in campanilismi”.


Un'occasione da sfruttare è dunque il riconoscimento di “Sannio città europea del vino”, su cui Rillo però ammonisce: “I riflettori sul territorio ora sono accesi: ma ora per ottenere dei risultati serve un impegno forte, di Comuni, istituzioni, produttori e anche cittadini. E' il momento di partenza per dare un futuro al nostro territorio, non solo per la manifestazione in sé: questa è l'occasione per far rimanere i nostri giovani, contrastare la fuga e lo spopolamento. C'è da sperare che l'occasione venga colta”.