Napoli

 

di Sergio Califano

Ci sono stati sempre la morte, il dramma, il dolore, ad accompagnare le vicende della famiglia di camorra Giuliano di Forcella. Dire Giuliano è dire camorra, per definizione. I Giuliano, padroni e capi assoluti del malaffare nei vicoli del ventre molle di Napoli. Morte, dolore, dramma, ma anche passioni e esibizione folkloristica del fascino del male. E basti pensare alla foto che fece il giro del mondo che immortalava Diego Maradona in una vasca a forma di conchiglia a sorseggiare champagne a Forcella in compagnia dei boss. Un potere che nasce nel dopoguerra nel dedalo della Vicarìa Vecchia col controllo del contrabbando di sigarette gestito in regime di monopolio da Pio Vittorio Giuliano. Che intanto, anno dopo anno, sforna con la moglie un esercito di figli, sei maschi e cinque femmine, tutti segnati da un cognome che ne ha condizionato l'esistenza. Negli anni '80 emerge prepotentemente la figura del primogenito di Pio, Luigi che sarà per tutti " o rre", sposato con Carmela Marzano.

Luigi con gli occhi azzurri e sguardo gelido, feroce e determinato contro i suoi nemici. Uno dopo l'altro lo affiancano i fratelli Guglielmo ( 'o stuorto) Salvatore ( 'o muntone), Carmine ( 'o lione), Raffaele ( 'o zui). L'unico a dissociarsi dalla famiglia sarà Nunzio dopo la morte del figlio per overdose. Nunzio sarà poi ammazzato al via Tasso nel 2005 per una vendetta trasversale, prima che i fratelli, a cominciare dal capo, Luigi 'o rre, decidessero di passare dalla parte della giustizia, tranne Carmine 'o lione, imparentato con il potente boss Stolder del Mercato avendo sposato la sorella Amalia, che morì per un cancro alla gola. La figlia di Luigi, Marianna, andò in sposa a Michele Mazzarella, figlio del boss di San Giovanni a Teduccio, e questo matrimonio (di cui si favoleggiò per mesi in città) suggellò un patto di potere tra famiglie regnanti della malanapoli e consentì poi la calata dei Mazzarella a Forcella, osteggiata dai giovani leoni della camorra del quartiere e che diede origine alla guerra delle cosiddette paranze dei bambini.

Per un Giuliano maschio che si era dissociato (Nunzio) c'è stata la figura di una delle sorelle che ha avuto un ruolo primario nelle storie della famiglia camorristica: Erminia, detta Celeste per gli occhi e donna di grande fascino.

Qualche rigo meritano le vicende familiari di Erminia, maritata con Giuseppe Roberti detto capavacante: nel '93 fu affidato al 18enne Nicola Gatti, bellissimo ragazzo forcellese e persona di fiducia della famiglia, il compito di controllare le figlie della coppia, Gemma e Milena, all'epoca minorenni e dotate di fascino non comune. Ma il ragazzò esagerò nel compito affidatogli e instaurò relazioni con entrambe le ragazze. Il suo corpo non è stato mai ritrovato, e solo nel 2010, grazie anche alle rivelazioni di alcuni pentiti, fu ricostruita la fine di Nicola Gatti: fu attirato con l'inganno da Giuseppe Roberti su un motoscafo e, giunto al largo di Mergellina, fu colpito ripetutamente alla testa con una mazza. Tramortito, fu legato ad un'ancora e gettato in mare. Per questo omicidio Roberti capavacante si trova adesso in carcere.

Storie di morte, di passioni violente e di drammi. L'ultima puntata della saga si è registrata alcune settimane fa: a Torino è morto in ospedale uno dei giovani rampolli del clan, rimasto ferito in uno scontro frontale con un'auto dopo un inseguimento dei carabinieri che erano sulle tracce di una banda di rapinatori di Rolex.