Continua a camminare a marce basse la Salernitana che, anche a Perugia, non è riuscita a trovare quella continuità che, fin qui, è sempre mancata nella stagione del cavalluccio marino. Basterebbe considerare che i granata non sono mai riusciti a conquistare due vittorie consecutive per individuare uno dei problemi principali per la società di Claudio Lotito e Marco Mezzaroma. La zona play-off resta ancora alla portata (3 punti di distacco sullo Spezia e 4 sul Perugia) ma senza un cambio di passo appare difficile immaginare che la squadra di Angelo Gregucci riesca a centrare l’obiettivo prefissato a inizio stagione dalla proprietà.
La gara di Perugia, inoltre, ha fatto emergere le lacune di un organico che era sembrato incompleto già al termine della sessione invernale di calciomercato. Tralasciando l’emergenza difensiva in quanto provocata da una serie d’infortuni (ai box ci sono Schiavi, Bernardini e Perticone), al Curi il tecnico del cavalluccio marino è andato in difficoltà sia nelle scelte da fare in mediana che in attacco. Minala, rimasto fuori squadra per sei mesi alla Lazio, non ha ancora ritrovato il ritmo partita. E le tre gare in nove giorni si sono fatte sentire nelle gambe del camerunense che è dovuto scendere in campo nonostante una condizione non ottimale. L’unica alternativa, infatti, era Odjer (Di Gennaro e Akpa Akpro sono ai box da settimane), a sua volta reduce da un lungo infortunio e che, al netto dei 14’ disputati contro la Cremonese, non giocava una gara dal 4 novembre. È per questo che, probabilmente, Gregucci avrebbe voluto un altro rinforzo a centrocampo nel mercato di gennaio. Discorso simile vale anche per l’attacco: Calaiò, utilizzato dal 1’ per tre gare di fila, aveva bisogno di tirare il fiato perché a sua volta reduce da sei mesi d’inattività. Djuric, schierato al suo posto, ancora una volta non è riuscito a lasciare il segno, rendendo necessario l’impiego dell’arciere nella ripresa. Ma stavolta non è bastato per cambiare marcia.