Salerno

«Mi auguro che quando verranno messi sul piatto della bilancia le esigenze di sicurezza e quelle di salvaguardare il sistema economico, si possa trovare un equilibrio che ci permetta di ripartire. Se si usa il buonsenso e la buona volontà, a mio avviso le soluzioni si possono trovare. Noi che amiamo questo gioco speriamo il prima possibile di tornare in maniera equilibrata al mondo di prima». Così il co-patron della Salernitana, Marco Mezzaroma, intervenendo telefonicamente nel corso di Granatissimi, programma dedicato ai granata in onda su Ottochannel 696. «Aspettiamo decisioni che competono ad altri soggetti. L’8 maggio è in programma un Consiglio Federale importante perché probabilmente si disegneranno alcuni scenari per la ripresa. Stiamo vivendo una fase eccezionale e il calcio è un comparto che ha una valenza economica non indifferente. Bisogna cercare di ricominciare, faticosamente, con qualche incognita ma mi sembra di poter dire che sia Lega B che le altre componenti stanno cercando di riprendere l’attività. Oggi ho letto un’intervista del ministro Spadafora che dice che il 18 si dovrebbero riprendere gli allenamenti collettivi che sono la base minima di lavoro per una squadra di calcio. Poi si valuterà entro maggio se ci sono le condizioni per riprendere in sicurezza la stagione. È una variabile che non controlliamo, dipende da decisioni altrui, su tutte quelle del Governo».

ALLENAMENTI & RISCHI - Sulla possibile ripresa degli allenamenti e i relativi rischi: «Questa non è una situazione a rischio zero. Virologi e politici ci dicono che dovremo convivere tempo con questo rischio. Abbiamo potuto constatare che a livello statistico il virus colpisce delle fasce di età di persone abbastanza avanti con gli anni. Nel caso del calcio parliamo di atleti mediamente molto giovani, molto monitorati. Anche nei protocolli c’è un monitoraggio continuo e continuativo. Io penso che si possano trovare i meccanismi per far coesistere salute e ripresa».

«SALERNITANA PRONTA» - Mezzaroma ha garantito che «a livello tecnico logistico» la Salernitana è pronta. «Il protocollo del Napoli si avvicina molto a uno che ipotizzammo a marzo. Spero si possa riprendere il prima possibile ed evitare soluzioni alternative che potrebbero creare qualche problema». Per il co-patron granata «il buonsenso deve guidare le decisioni. Trovavo paradossale che atleti professionisti non potessero allenarsi a livello individuale nei centri privati e potessero farlo a lungomare. È un controsenso che è stato corretto prima a livello regionale e poi nazionale».

«BUCO DA CENTINAIA DI MILIONI» - Il co-patron granata non ha dubbi sulle conseguenze che subirebbe il calcio in caso di mancata ripartenza. «Non so se il sistema potrebbe reggere. Già oggi e nei prossimi due anni avremo ricadute pesantissime e l’abbiamo con la prospettiva di poter ricominciare. Se il calcio non ripartisse ci sarebbe un buco di qualche centinaia di milioni di euro. Siccome aiuti da parte dello Stato non se ne vedono, è facile tirare le somme di quello che potrebbe succedere. Per questo, con tutti i rischi del caso che uno deve cercare di abbattere il più possibile, la ripresa sarebbe necessaria per sostenere il sistema, non so in caso contrario cosa potrebbe succedere. La vedrei veramente brutta».

PORTE CHIUSE A LUNGO - Quel che è certo è che, a prescindere dai tempi di ripresa, il calcio dovrà scontare un lungo periodo a porte chiuse. «Purtroppo non bisogna fare i conti con il mondo che vorremmo ma con quello che abbiamo. Ero a Perugia a vedere la partita, senza pubblico è qualcosa di surreale. Però a mio modesto avviso buona parte del prossimo anno sarà ancora a porte chiuse. Abbiamo il dovere di salvare il salvabile».

SISTEMA DA RIVEDERE - Contestualmente alla ripresa, bisognerà rivedere il sistema. «Bisogna salvare il salvabile e poi permettere al sistema di ripartire. Il sistema era già squilibrato, c’è stata un’esplosione per la parte degli emolumenti dei calciatori che sono cresciuti. Dobbiamo cercare di rimettere in equilibrio il sistema. Io sto cercando di reintrodurre un tetto salariale abbastanza stringente in modo che possano valere non solo le potenzialità economiche ma anche le idee, il fiuto, trovare o crescere calciatori che possano esplodere. Se dovessimo tornare al sistema di prima, si farebbe molta fatica a restare in equilibrio. Saremmo costretti ogni anno a vedere fallimenti, mancate iscrizioni. Non sarebbe sbagliato riportare tutto in equilibrio».

TORNEO IN AREE PIÙ SICURE - Il co-patron della Salernitana si è pronunciato anche sulla possibilità di ospitare al Sud le partite delle squadre del Nord. «Ne ragionavamo in Lega. Sicuramente giocare in regioni come la Lombardia può presentare un fattore di rischio sia per chi va a giocare che per chi viene a giocare. Ho sentito dal presidente della Cremonese racconti abbastanza devastanti. Si potrebbe organizzare un torneo che si svolga nelle aree a meno rischi. Logisticamente tra serie A e B parleremo di 2-3mila persone. Con le dovute sanificazioni negli alberghi si potrebbe organizzare anche a livello logistico».

Sollecitato dal direttore Tommaso D’Angelo, infine, Mezzaroma si è detto possibilista ad organizzare, quando tutto sarà terminato, un’iniziativa in ricordo del grande Torino.