Dolore accumulato dentro da giorni, lacrime e urla di disperazione all’arrivo del feretro di Pietro Nuzzolo, 38 anni morto sul lavoro alla vigilia del primo maggio, schiacciato da una mensola di ferro nel cantiere del viadotto Manna ad Ariano Irpino. Stremati e distrutti da questa terribile sciagura i genitori dell’operaio, Antonietta e Vincenzo, la moglie Giuseppina De Furia, la sorella Silvana, i suoceri Pasquale e Maria Grazia, i parenti e gli amici.
A benedire la salma nel cimitero insieme al parroco del Santuario di San Liberatore don Antonio Surdi, il Vescovo Sergio Melillo che ha ricordato così Pietro.
“In questo momento tragico, di grande dolore, le parole servono a poco. Serve solo la parola di Dio. Anche Gesù sulla croce, si è sentito solo e abbandonato nel momento della morte. Ma il padre non lo ha lasciato solo. La stessa speranza deve accompagnare la nostra fiduciosa preghiera nei confronti di Pietro e dei sui cari. Un lavoratore, una persona buona, accogliente, amorevole. Questo ricordo deve essere rinverdito dalla nostra vita, dalla testimonianza che lui lascia alle persone che lo hanno conosciuto, nella sua famiglia, la sua sposi, i suoi amici e la comunità. Una visita inaspettata della morte ma anche una fiduciosa speranza, attraverso la resurrezione che è la meta finale di ciascuno di noi.”
Commovente la lettera di Giuseppina indirizzata al suo sposo che non avrebbe mai immaginato di salutare in una bara.
“Caro amore mio, per l’ultima volta voglio unirmi a te, in un abbraccio che spero possa superare le porte del paradiso e così raggiungerti. Si perché, una persona buona come te, sarà sicuramente tra le braccia di Dio, che ama i miti e gli umili di cuore. Abbiamo trascorso sei anni del nostro bellissimo fidanzamento e dieci anni bellissimi insieme del nostro matrimonio ed il loro ricordo vivrà per sempre in me e mo darà la forza per superare le difficoltà che una donna sola dovrà inevitabilmente affrontare. Grazie al Signore di avermi donato te, uno dei fiori più belli del suo giardino anche se avrei preferito condividerti ancora per tanti anni. Un bacio affettuoso, quello che non ti ho potuto donare. Dalla tua inconsolabile moglie Giuseppina, per sempre il tuo unico e grande amore…Ti amo...Ti amo...Ti amo…”
Palloncini bianchi in volo verso un cielo limpidissimo per salutare Pietro. La sorpresa è stata organizzata da sua sorella Silvana che ha chiamato a raccolta intorno alla bara in un unico abbraccio i suoi cari: “Uniscici più di prima, perché tu sei sepolto da Re.”