Per Castaldo è questione di tempo, per Di Paolantonio una competizione sempre più serrata, con un numero di pretendenti crescente, giorno dopo giorno. Tra i vari negoziati in corso, l'Avellino è al lavoro per consegnare a Braglia due calciatori in grado di fare la differenza in categoria.
La proposta all'ex dieci dei biancoverdi è stata da giorni alzata da 60 a 70mila euro. La metà di ciò che dovrebbe percepire nel suo ultimo anno di contratto con la Casertana, che, come ormai noto, non è intenzionata a concedergli una buonuscita. Nel contempo, è evidente che, in tempi più o meno rapidi, l'affare si farà perché, semplicemente, conviene a tutti: al suo attuale club per alleggerire il monte ingaggi; ai lupi per garantirsi un fuoriclasse sempreverde, diventato un obiettivo dichiarato pubblicamente; al calciatore per essere ciò che è abituato a essere: protagonista. I due club dialogano per far quadrare il cerchio economico e venendosi incontro reciprocamente si procederà allo svincolo, preludio alla firma di un biennale con il club del presidente Angelo Antonio D'Agostino.
Stessa potenziale durata dell'intesa, ma capitolo diverso quello per il centrocampista, svincolato dallo scorso martedì. L'Avellino ha alzato per due volte l'iniziale proposta di ingaggio, pari a quella della scorsa stagione, ma, intanto, sulle sue tracce, spinte dalla possibilità di ingaggiarlo a parametro zero e facendo alzare l'asticella del compenso, sono piombate il Frosinone, in Serie B; il Perugia, il Como e il Bari (che, prima, però, dovrebbe cedere Scavone, ndr) in Lega Pro. Il metronomo teramano è in cima alla lista dei desideri di Braglia per fungere da play nel suo 3-5-2 e sarebbe funzionale pure in un 3-4-1-2; preferirebbe un ruolo da protagonista in Serie C che da comprimario in Cadetteria; sa che, proprio per la stima che Braglia nutre nei suoi confronti, ad Avellino potrebbe definitivamente consacrarsi e, magari, conquistare la categoria superiore sul campo. Si vedrà.
Intanto, sempre per la mediana, guai a perdere di vista un altro ex: Arini. Anche in questo caso, però, resta da limare una differenza sostanziale tra domanda e offerta.