"Non ci sono i presupposti per guardare al futuro, questo decreto avvicina lo spettro di un nuovo lockdown generalizzato e, in 20 pagine di provvedimento, non si registra il benche' minimo sostegno alla ripartenza delle aziende". E' molto critica Conflavoro Pmi alla luce del Dpcm su cui ha trovato la quadra stanotte il Governo. "Purtroppo e' stato ignorato di fatto quasi completamente il grido di allarme e le richieste delle Regioni. Vi e' non solo una grande incertezza, che si traduce in carenza, circa le misure economiche di indennizzo alle chiusure per decreto, ma vi e', di conseguenza, il blocco implicito a tutti i timidi progetti di investimento ipotizzati dalle Pmi per il 2021".
"La prevenzione e' sacrosanta e tutti abbiamo fatto sacrifici in questa ottica, ma anche il rimborso totale per le chiusure forzate lo e' - avverte Conflavoro - e le imprese lo pretendono, e' un loro diritto. Le promesse non bastano, servono interventi economici solidi e duraturi, che guardino non solo al futuro ma anche all'immediato. E questi interventi devono essere celeri, senza tentennamenti e devono fermare in primis i costi fissi sia di chi da domani subira' nuove restrizioni, sia di chi le subira', ci auguriamo di no, prossimamente".
"I servizi alla persona saranno purtroppo i prossimi sotto la lente di ingrandimento. Palestre, cinema e luoghi simili non vanno dimenticati. Il settore turistico, poi, esce in ginocchio da questo nuovo Dpcm anche in vista della stagione invernale. Le attivita' di ristorazione - conclude Conflavoro - in ginocchio ci sono invece da un anno, specialmente vista la conformita' dei nostri centri storici fortemente attrattivi per il turista, e ora rischiano il tracollo con le saracinesche giu' alle 18. Non si chiude tutto per decreto, ma si fa molto peggio: si costringe a chiudere per mancanza di clientela".
(ITALPRESS).