Scontri a Napoli e Milano, poi Roma, disordini a Trieste, Lecce e Catania, incidenti a Torino. Sta montando da nord a sud la rabbia dei cittadini dopo il nuovo Dpcm scattato nella speranza di contenere l'aumento dei casi di Covid-19.

Manifestazioni e cortei, ufficialmente organizzati per protestare in modo pacifico contro i provvedimenti governativi, sono in buona parte degenerati, e non c'e' citta' che in queste ore non abbia registrato tensioni e criticita' a livello di ordine pubblico.

Se è vero che il Governo debba dare delle risposte immediate sul fronte economico e dei ristori lle categorie più penalizzate che legittimamente manifestano  il loro disagio, è anche vero che il Viminale ora è chiamato a dare risposte altrettanto immediate sul piano dell'ordine pubblico.

Situazioni che in qualche modo erano state messe in conto se e' vero che la ministra Luciana Lamorgese, gia' la scorsa primavera, quando la pandemia stava cominciando a produrre danni, aveva richiamato l'attenzione sull'opportunita' di prevenire e allentare le tensioni sociali in vista di un autunno 'bollente', e non soltanto per il forte rischio che la criminalita' potesse infiltrare i settori produttivi che hanno continuato a operare durante la prima fase dell'emergenza e quelli che hanno subito perdite a causa del lockdown, e che ora, con le nuove misure, sono davvero a un passo dal baratro, cioe' dal fallimento.

Prima dell'estate, abbiamo cominciato con gli assembramenti a Roma e Milano di negazionisti e gilet arancioni, guidati dal generale Pappalardo. Poi siamo passati al movimento, nato sui social, delle mascherine tricolori, ufficialmente spontaneo e trasversale, sceso in campo contro le decisioni del Governo con il supporto di CasaPound. Nelle ultime settimane, a prendersi la scena sono stati i militanti di Forza Nuova, schierati contro l'uso della mascherina ("e' simbolo di sottomissione") e contro il coprifuoco imposto da Palazzo Chigi.

La guerriglia di venerdi scorso a Napoli poi ha acceso la miccia. In strada si sono viste orde di ragazzi sui motorini, in una sorta di grande “stesa” intimidatoria bombe carta contro Palazzo Santa Lucia, cassonetti in fiamme, altri a piedi con mazze, spranghe e pietre che hanno aggredito giornalisti, operatori, e forze dell’ordine. Se la camorra, come era chiaro fin dall'inizio, ha intercettato e cavalcato la protesta, gli inquirenti della Procura napoletana hanno accertato che in quella folla c'erano anche esponenti noti dell'antagonismo napoletano, altri che fanno capo a gruppi di estrema destra, frange di ultràs, e larghe rappresentanze dei gruppi organizzati dei disoccupati, esponenti del mondo legato all'emergenza abitativa e dei centri sociali. 

A Torino gli scontri nella centralissima piazza San Carlo hanno riguardato il mondo delle tifoserie sia del Torino che della Juventus. I manifestanti hanno tentato di raggiungere gli uffici della Regione Piemonte, poi sono state infrante le vetrine e saccheggiati alcuni negozi. Per gli incidenti di Milano preoccupa la partecipazione di diversi minorenni che si sono resi protagonisti di lancio di oggetti e devastazioni da piazza Buenos Aires fino a Palazzo Lombardia. Sono infatti 13 i minori denunciati dalla Questura la cui posizione ora e' al vaglio del tribunale dei minorenni. Nel capoluogo lombardo gli scontri sono stati attribuiti a gruppi eversivi misti cui farebbero parte elementi dell'estrema destra ed esponenti del mondo ultra'. Non mancano poi militanti legati alla galassia anarchica.

A Roma, nella centrale piazza del Popolo gruppi di estrema destra capeggiati da Forza Nuova, di Roberto Fiore, si sono resi protagonisti sabato sera di tafferugli e scontri con le forze dell'ordine. Ad affiancare i forzanovisti c'erano anche esponenti del mondo ultra' e giovanissimi attirati da un tam tam passato per chat e gruppi sui social network. Bombe carta e fumogeni lanciati contro la Polizia allo scattare della mezzanotte, quando e' entrato in vigore il coprifuoco.

A Lecce, invece, gli antagonisti hanno cavalcato la protesta pacifica di commercianti, pizzaioli, baristi e ristoratori. La protesta contro le nuove restrizioni imposte per l'emergenza Covid ha riguardato anche Trieste dove si sono registrati attimi di tensione davanti agli uffici della Prefettura con lanci di fumogeni e calci sulla porta d'ingresso. Hanno partecipato alla protesta numerosi commercianti contrariati dalle chiusure anticipate dei negozi e dalle chiusure delle palestre, ma anche in questo caso ci sono state delle frange violente composte da elementi ultra'. Solo due giorni prima, sabato sera, sempre a Trieste scontri con le forze dell'ordine si erano verificati per una manifestazione dell'estrema destra contro l'immigrazione, alla quale avevano aderito da Forza Nuova, ai gilet arancioni fino al movimento Veneto Fronte Skinheads.

Dopo il lancio di bombe molotov contro le forze di polizia nel corso di alcune proteste l'Associazione nazionale funzionari di polizia ha lanciato l'allarme di "regie, neanche tanto occulte, di gruppi criminali" come "antagonisti, gruppi eversivi, criminalita' di stampo mafioso, mondo ultra'" che starebbero "convogliando le loro strategie verso l'obiettivo di far collassare il tessuto sociale del Paese"

"Ci preoccupa piu' di tutto la presenza di minori all'interno delle espressioni piu' gravi di violenza - ha sottolineato l'Anfp - e i riscontri investigativi che indicano in modo chiaro come ampi settori della criminalita', organizzata e non, stiano tentando di sfruttare a vantaggio dei propri interessi illegali la frustrazione di alcuni settori della popolazione". La capacita' dell'estrema destra di inserirsi in situazioni di disagio sociale era stata sottolineata nell'ultima relazione annuale dell'Intelligence: "Una inclinazione, non nuova, ad innestarsi sulle situazioni di disagio, polarizzandole, che non ha mancato di produrre effetti rilevanti per l'ordine pubblico". La relazione annuale sulla politica dell'informazione per la sicurezza evidenziava in merito all'estrema destra in Italia la presenza di "una galassia militante frammentata, che si e' caratterizzata per una comunanza di visione su alcuni temi, quali la rivendicazione identitaria e l'avversione all'immigrazione, al multiculturalismo e alle Istituzioni europee", e che "le maggiori compagini, cronicamente attraversate da dissidi interni ed impegnate in processi di riorganizzazione, hanno proseguito nell'opera di accreditamento e inserimento nel tessuto sociale, con iniziative propagandistiche e mobilitative, specie nelle periferie urbane, volte a coinvolgere i contesti giovanili e le fasce popolari piu' svantaggiate, cavalcando tensioni e problematiche socio-economiche, legate all'emergenza abitativa e occupazionale, alla questione migratoria e alla sicurezza"

Si tratta di proteste innescate da un forte disagio sociale particolarmente sentito in fette della popolazione. Dal Viminale seguono costantemente la situazione con la "massima attenzione", e piu' volte si e' ribadito che non c'e' nessun problema per chi manifesta pacificamente ma è necessaria assoluta fermezza nei confronti di chi si rende protagonista di episodi di violenza.