Prolungare le lezioni fino a luglio per gli istituti che hanno ritardato le aperture a settembre o che abbiano avuto un ciclo scolastico a singhiozzo. Non si tratta di una semplice ipotesi ma di una proposta contenuta nel nuovo piano per la scuola presentato nei giorni scorsi alle Regioni dal ministro della Pubblica istruzione, Lucia Azzolina. L'Associazione nazionale dei presidi e' piu' che possibilista ("in un anno eccezionale come questo e' evidente che alcune certezze possano saltare", osserva il presidente, Antonello Giannelli), mentre i sindacati frenano, lamentando anche il mancato coinvolgimento preventivo. Molto dipendera' dall'orientamento delle varie Regioni. E, soprattutto, dall'andamento dei contagi a partire dal 7 gennaio, giorno in cui le scuole riapriranno con l'obiettivo di riportare in classe almento il 75% delle lezioni svolte in questi mesi con la didattica a distanza.

Un appuntamento importante, sul quale si e' molto dibattuto, anche per la prossimita' alla temuta terza ondata della pandemia. Per questo il Comitato tecnico scientifico ha gia' messo a punto le linee guida per la riapertura scolastica, raccomandando misure funzionali a prevenire gli assembramenti sui mezzi pubblici e lo scaglionamento degli orari per l'ingresso a scuola. Analogo documento era stato redatto il 24 aprile scorso, ma gli esiti non sono stati all'altezza delle aspettative, visto che per gran parte degli studenti delle superiori il ritorno in classe a settembre si e' rivelato una falsa partenza. Nel nuovo documento, il Cts ribadisce i criteri da adottare in particolare nelle aree metropolitane, suggerendo per il trasporto pubblico l'impiego di piu' mezzi e personale per i controlli, e la possilita' di facilitare il bikesharing in determinate fasce orarie, come avviene in Francia, Regno Unito e Spagna.

Ma e' necessario, su tutto, che si realizzi una forte collaborazione tra le scuole e le autorita' locali che gestiscono la mobilita'. Il tempo stringe e occorre intervenire con efficacia perche' "la didattica a distanza - avverte il Cts - costituisce soluzione non ottimale". Sia per l'apprendimento, sia per la carenza di supporti tecnologici e connessioni domestiche. Si vedra' a gennaio se le linee guida troveranno reale riscontro. Ma intanto, in considerazione delle criticita' fin qui registrate (e che riguardano anche il numero dei docenti, nonche' le difficolta' di tracciamento del virus), il ministero mette in conto un piano B, lasciando alle Regioni la facolta' di posticipare la chiusura dell'anno scolastico fino a giugno o luglio 2021. Gran parte dei sindacati non la prende bene ("sarebbe rinnegare il lavoro fatto a distanza") mentre i presidi aprono a questa possibilita' e il Movimento dei genitori (Moige) si schiera decisamente a favore.
(ITALPRESS).