Benevento

Mi è crollato un mito. Dopo aver seguito con ansia, per mesi e mesi, i percorsi disegnati dai resoconti sulla famigerata pantera avvistata a destra e manca nel Sannio, le parole del comandante della forestale, Gennaro Curto, mi hanno gettato nello sconforto. “Non era una pantera ma un canide”, ha detto questa mattina nel corso della conferenza stampa convocata dal comandante provinciale dei carabinieri, Germano Passafiume. No, non è possibile, mi sono detto.

Dopo aver pubblicato avvisi ed allarmi social sulla presenza di un felino che tutti o quasi giuravano di aver visto, ma che nessuno aveva fotografato, si tratta di un'autentica doccia fredda. E adesso chi lo spiega a chi giurava di aver saputo dal fratello della cognata, a sua volta informata dalla parrucchiera, che una pantera si aggirava, famelica, nelle nostre campagne?

Come faremo a convincere tutti, ma proprio tutti, che lo stesso fenomeno si era verificato anche una decina di anni fa? Anche allora era stata addirittura identificata la provenienza dell'animale, scappato - si disse con autorevolezza - dallo zoo privato di un camorrista che la teneva reclusa.

E, soprattutto, come riusciremo ad ammettere, guardandoci allo specchio, che anche in questa occasione abbiamo fatto cavalcare la nostra fantasia e cercato di allontanare le paure, proiettandole su quell'ombra lunga e nera che non esiste? Non era una pantera, ma un canide: che delusione, ragazzi.