Accolte in conferenza dei servizi ad Avellino le proposte del consigliere comunale Laura Cervinaro relative alla messa in sicurezza della discarica di Difesa Grande.
"Utilizzare esclusivamente terreno vegetale, anche proveniente dai lavori di scavo della Stazione Hirpinia, attribuire ristori ambientali in favore del Comune di Ariano Irpino e istituire una commissione integrata composta da un membro dell'Arpac, affinchè tutte le fasi di lavorazione siano costantemente monitorate da tecnici individuati dal Comune." Il materiale biostabilizzato invece pari ad una percentuale del 25% dovrà pervenire solo dagli impianti di Avellino e Benevento.
"Occorre che il Comune - afferma Cervinaro - provveda a monitorare e controllare l'esatta e puntuale esecuzione di tutte le operazioni, volte alla definitiva chiusura della discarica e gestione del post mortem."
Per l'assessore alla sanità Carmine Grasso presente al tavolo ad Avellino insieme al sindaco Enrico Franza e al dirigente dell'area tecnica Giancarlo Corsano, quella di oggi è una giornata storica:
"Ci abbiamo messo la faccia, cosa che non è mai stato fatto negli anni e con la massima trasparenza ci accingiamo a scrivere la parola fine su questa vicenda dolorosa. E' l'atto finale di Difesa Grande ed è stato oggi ben evidenziato dai vertici della Regione Campania presenti al tavolo. Finalmente si chiude una discarica in Campania. E questo deve essere solo un grido di soddisfazione per la città di Ariano. Occorre fare presto, perchè a prescindere dalle modalità di copertura, il rischio maggiore e più grave è che la discarica possa franare e questo significherebbe un disastro ambientale enorme per il nostro territorio e non solo. Dobbiamo evitare una sciagura simile."
Dello stesso avviso il dirigente dell'area tecnica Giancarlo Corsano: "La preoccupazione maggiore è legata alla stabilità. Ed è ciò che oggi ha evidenziato anche la Regione. Se la discarica frana ce la ritroveremo nel torrente Cervaro e li sarà davvero un disastro ambientale. Dobbiamo quindi accelerare assolutamente sulla messa in sicurezza e su questo da parte dell'Asidev, va detto c'è stata ampia apertura e collaborazione. A marzo dovrebbero iniziare i lavori."
Il Comune è intervenuto con una nota ufficiale per fare chiarezza sulla vicenda che in queste ore sta suscitando clamore e non poche polemiche soprattutto sui social:
In queste ore si sta diffondendo la notizia falsa di una riapertura della discarica di Difesa Grande. Falsa perchè? La discarica di Difesa Grande è stata chiusa con legge dello stato e non può essere riaperta A breve inizieranno i lavori di messa in sicurezza della discarica che consisteranno nella stabilizzazione di un movimento franoso in atto, nella riprofilatura della discarica con solo terreno vegetale, nella realizzazione finale di uno strato di copertura (capping) dello spessore di un metro.
Cosa accade in realtà
La normativa nazionale ed europea prevede che lo strato superficiale finale di copertura delle discariche definitivamente chiuse possa essere realizzato con l’utilizzo di biostabilizzato opportunamente certificato, tracciato e lavorato ai fini del ripristino ambientale e come materiale sub-primario. Il Tar ha statuito che tale operazione di riuso e riciclo è perfettamente compatibile con la discarica di Difesa Grande e che è vietata qualsiasi attività di smaltimento rifiuti.
Cosa ha deciso il consiglio comunale
La Regione Campania è l’ente competente a decidere ed il Consiglio ha chiesto alla Regione di utilizzare esclusivamente terreno vegetale per la copertura finale della discarica, avviare subito i lavori di messa in sicurezza della discarica per stabilizzare i movimenti franosi ed evitare disastri ambientali. In caso di estrema necessità limitare l’utilizzo di biostabilizzato soltanto al primo strato di copertura superficiale finale dello spessore di 50 centimetri, strato che dovrà comunque essere composto al 50% da terreno vegetale, utilizzare solo biostabilizzato certificato e tracciato e di inviare settimanalmente le informative sulle operazioni svolte agli uffici comunali
Il Comune di Ariano Irpino deve tutelare la salute dei cittadini e l’interesse pubblico. Non possiamo tollerare la presenza di una discarica a rischio frana. Il Comune continuerà a monitorare lo stato di inquinamento dei luoghi per tutto l'arco delle operazioni e per un periodo di 30 anni successivo alla fine dei lavori."
Le perplessità da parte della minoranza in consiglio comunale restano molto forti
Per Marco La Carità: "Non si tratta altro che coprire la discarica di Difesa Grande con almeno 20 mila metri cubi di rifiuti tritovagliati provenienti dallo Stir di Pianodardine che attualmente vengono trasferiti a Savignano, discarica di Pustarza. Mi chiedo da cittadino prima, poi da consigliere comunale, come mai sia nel 2018 e sia nel 2019 erano stati votati provvedimenti a zero rifiuti in discarica con capping solo con terreno vegetale ed ora si cambia parere. La definitiva chiusura della discarica di Difesa Grande e della sua bonifica non può passare con la storiella che occorra buttare ulteriori rifiuti trattati per coprire lo sversatoio, o per problemi geologici. Secondo il parere di esperti, quei rifiuti trattati sono sempre inglobati nell’accezione di immondizia perché non sottoposti ad ulteriore vagliatura come prevede la legge."
Quattro i punti sollevati dall'ex presidente del consiglio comuname e attuale membro della minoranza Antonio Della Croce il quale ieri sera ha fatto ossrvare durante la seduta consiliare un minuto di silenzio in memoria dell'ambientalista arianese Anselmo La Manna:
"La vicenda assume contorni fiabeschi: “la situazione è grave ma non è seria” come avrebbe detto Ennio Flaiano.
Punto primo
Sia con interrogazioni parlamentari sia con visite del Ministro dell’Ambiente Costa a Difesa Grande si è contestato l’esito delle analisi Arpac svolte all’interno e all’esterno del corpo della discarica. Il Ministro dell’Ambiente, dopo la visita del 1 ottobre 2020, ha preso iniziative e quali in relazione alla caratterizzazione del sito? Il progetto approvato dalla Regione Campania, settore ambiente di Avellino, può considerarsi definitivo?
Sono domande che rivolgiamo in particolare alla rappresentanza del Movimento Cinque Stelle presente sia in Giunta che in Consiglio Comunale.
Punto secondo
Il Comune di Ariano Irpino sia a maggio 2019 che a novembre 2019, sia con l’Amministrazione Gambacorta che con l’Amministrazione Franza, si è attestato sulla posizione: zero rifiuti in discarica come sancito dalla legge 87 del 2007.
Qualcuno ha cambiato idea? La Regione Campania spinge per ricomporre con i rifiuti le discariche da mettere in sicurezza. Per quale motivo? Ci sono altri casi di ricomposizione di discariche con i rifiuti? I cittadini sanno che i rifiuti in uscita dagli Stir sono destinati per il cinquanta per cento al termovalorizzatore di Acerra e per il cinquanta per cento alle discariche provinciali? La nostra provincia ha attiva la discarica di Savignano Irpino. Ma i cittadini sanno che la provincia di Napoli non ha discariche? Non è che anziché inviarli all’estero come fa ora Napoli voglia mandare i rifiuti tritovagliati, chiamiamoli con il loro vero nome, in uscita dagli Stir presenti in provincia, a Difesa Grande?
Punto terzo
La maggioranza che sostiene il sindaco vuole cambiare parere rispetto a quanto espresso a novembre 2019? Sia chiaro che il Tar non la obbliga a farlo. Il gestore della discarica ha i suoi interessi considerando che se entrano rifiuti tritovagliati sicuramente fatturerà qualche milione di euro. Perché non scegliere la posizione più tranquilla per i cittadini di Difesa Grande e per l’agricoltura e la zootecnia locale coprendo la discarica esclusivamente con argilla?
Punto quarto
Si può discutere di un argomento così importante alla vigilia della conferenza dei servizi che la Regione Campania , accogliendo una richiesta dell’Amministrazione Franza, con nota del 16 dicembre 2020 prot. 600475 aveva rinviato al 21 gennaio 2021? E’ possibile che un argomento di tale rilevanza si possa discutere senza adeguato confronto e per di più da remoto?
Pertanto a nome del Gruppo dei Moderati per Ariano esprimiamo il voto contrario all’utilizzo dei rifiuti tritovagliati, prodotti dagli Stir della Regione Campania, per il capping della discarica di Difesa Grande e ci appelliamo a tutti i consiglieri della maggioranza perché evitino uno scempio ambientale e che maturino eventuali interessi economici rilevanti."
Il commento del consigliere comunale Marcello Luparella:
"Direi che l’unica cosa da evitare è la solita corsa a prendersi dei meriti che, nel caso specifico, non esistono. I fatti sono sotto gli occhi di tutti: il Comune con due diversi atti, a distanza di un anno ed in vigenza di due diverse amministrazioni si era duramente opposto all’utilizzo di rifiuti di qualsiasi tipo per realizzare il c.d. capping a Difesa Grande. Oggi, senza che sia variata alcuna condizione, esprime parere opposto, cambiando clamorosamente idea. Il Tar non c’entra, l’ordinanza del Giudice Amministrativo non obbliga affatto il Comune ad approvare questa scelta. Il risultato è purtroppo oggettivo ed innegabile: a Difesa Grande riprenderanno ad arrivare rifiuti, anche se la discarica è chiusa e resta chiusa (questo è opportuno precisarlo). Non è una buona notizia, da qualunque parte la si guardi. Non è un successo ma uno scivolone, che purtroppo interviene in una materia piuttosto delicata, dove gli arianesi hanno ancora una ferita aperta. Tutto il resto è un inopportuno e maldestro tentativo di eudulcorare la realtà."
In questo paese c’e’ la memoria corta, titola in una nota il consigliere comunale Giovanni La Vita:
Difesa Grande è una storia di lotta e sofferenze, di studi e sacrifici estremi, non aspettavamo certo loro (la maggioranza di governo cittadino) per scrivere la parola fine sulla “chiusura della discarica”in quanto era già stata scritta con legge dello Stato. Il procedimento di caratterizzazione ambientale che si è sviluppato con un errore genetico con cui si è consentito di escludere clamorosamente la certificazione ex D.M.471/99 di sito contaminato (da noi consegnata agli uffici preposti), deve ora concludersi con la copertura di terreno vegetale (e basta!) nei limiti della superficie accertata, tenendo in considerazione la precaria stabilità dei versanti, peraltro già risalente all’epoca del sequestro penale convalidato dal Tribunale di Avellino il 18.10.2006. E’ una falsità (questa sì che lo è) che vi sia una statuizione (ordine, precetto) del Tar che imponeva una soluzione di copertura superficiale con il compost biostabilizzato, dal momento che la normativa vigente contempla delle opzioni praticabili tra cui quest’ultima, ma non obbliga affatto, usando formule imperative, a seguire la proposta della ricorrente Asi dev ecologia s.r.l., anzi il contrario.
Subire questa soluzione dell’utilizzo del rifiuto biostabilizzato è una scelta che rientra nella discrezionalità amministrativa, anche in termini di compatibilità ambientale del prodotto, non è affatto un’ imposizione, come si intende far credere. Meraviglia, invece, che l’amministrazione comunale in carica, parte civile nel processo penale contro i gestori sin dal 2006, abbia trascurato di consultare il difensore dell’ente che pure avrebbe potuto chiarire la rilevanza e la gravità dei reati ambientali con i conseguenti irreparabili effetti nell’ambiente circostante. Il nostro osservatorio ci induce a difendere la nostra storia e a rassicurare la città, perché siamo in grado di farlo. A Difesa Grande arriverà solo terreno vegetale perché il biostabilizzato è un’opzione che respingiamo ed anche perché dalle nostre parti non esiste il biostabilizzato se non in termini di rifiuto speciale."
E c'è poi la presa di posizione del comitato Difesa Grande che potete leggere in questo articolo nel quale è riassunta la lunga e tormentata storia della madre di tutte le discariche in Campania.