Salerno

«Da tecnico finanziario non mi è piaciuto quello che ha detto Gravina. E cioè che se non si dovesse cedere entro il 25 giugno la Salernitana sarebbe esclusa dal campionato di serie A. Sinceramente mi sembra una castroneria fuori dalla grazia di Dio. Siamo tutti consci di una situazione che deve portare a una vendita. Ma qui non stiamo vendendo una macchina, per comprare una squadra di calcio c’è la necessità di fare una diligence accurata. Se il 24 non abbiamo il potenziale acquirente che facciamo?». Così Umberto Inverso, salernitano e vice presidente del Fondo Investimenti, è intervenuto sul tema della multiproprietà nel corso di Granatissimi, in onda su Ottochannel 696. «Ci sono degli imprenditori che si sono affidati a me per provare a rilevare una società di calcio di terza serie. E vi assicuro che sono quattro mesi che ogni volta che provo a tirare una linea con i miei c’è sempre qualcosa da approfondire. Acquistare una squadra di calcio non è cosa semplice. È vero che c’è una normativa ben precisa e chi aderisce allo statuto deve rispettare le norme federali. Ma c’è anche il codice civile e la proprietà non può essere svenduta. Tra l’altro la volontà di Claudio Lotito e Marco Mezzaroma è anche quella di trovare un gruppo di assoluto livello e non di affidare la Salernitana al primo che capita». 

Inverso oltre a definire «eccessivo l’allargamento del regime parentale» che vieta anche a Mezzaroma di restare al timone della società granata, ha spiegato che in questo contesto storico «non c’è poi tutta questa classe imprenditoriale in grado di fare investimenti importanti». «Gravina ha tirato fuori un documento del 2013, sette anni fa era un altro mondo. La Salernitana, in ogni caso, passerà alla storia come il primo club che ha consentito al mondo del calcio di affrontare la questione della multiproprietà».

Per Inverso la soluzione potrebbe essere trovata in un trust: «È uno strumento finanziario legittimo e legittimato. Individuando un trustee ci ritroveremmo nell’ambito di un comportamento che non va contro quanto previsto dalle Noif e che consentirebbe anche di tutelare un potenziale acquirente successivo».  

Soluzione che, anche secondo l’avvocato Mirko Polzone, esperto di diritto sportivo, potrebbe «almeno consentire un traghettamento». «Sicuramente non è uno strumento semplice. Ma ritengo che, se utilizzato in ambito sportivo, debba comunque essere regolamentato e avallato dal Consiglio Federale».