Avellino

Da killer dell'area di rigore a scopritore di nuovi talenti. Emanuele Calaiò ha iniziato la sua seconda vita nel mondo del calcio. Intervenuto in collegamento telefonico ieri sera, nel corso di 0825 – Focus Serie C, l'ex attaccante ha espresso la propria opinione da addetto ai lavori sul campionato di Serie C.

Le gerarchie in classifica - Il Bari è partito forte, ha accumulato un bel po’ di punti di vantaggio rispetto alle dirette concorrenti e secondo me quest’anno non sbaglierà. Ha un direttore sportivo, Polito, bravo e presente, hanno messo su un’ottima squadra. Il girone C è molto tosto, ci sono le siciliane, l’Avellino, il Catanzaro. Non sono campi facili. Non mi aspettavo la sconfitta dell’Avellino, ma il Catanzaro è in ottima salute”.

Il compagno di mille battaglie, Riccardo Maniero - “Maniero? Riccardo è un grande attaccante nonché amico. Ha un fisico possente, ha bisogno di tempo per entrare in condizione e di fiducia. Sta dimostrando di essere un bomber. È un valore aggiunto, ha caratteristiche differenti dalle mie, quando giocavo. A me piaceva spaziare, lui invece è un uomo da area di rigore, che ha bisogno di tanti rifornimenti dalle corsie laterali, che siano cross o verticalizzazioni. Con il gioco di Braglia è costretto a cercare lui la palla. È un attaccante possente e di buona tecnica che, soprattutto in questo campionato, si è trovato a fronteggiare difensori molto cattivi. Lui ha giocato molto in Serie B, categoria in cui ti lasciano giocare di più. Può giocare sia in un 4-3-3, come prima punta, sia in altri moduli come seconda. Con Murano può tranquillamente coesistere”.

Il retroscena - “Se sono mai stato cercato dall’Avellino? No, anche se era emersa qualche notizia quando avevo ormai deciso di smettere di giocare e di intraprendere il ruolo di dirigente. C’erano club di Serie B e C che volevano proseguissi, ma erano solo voci. Avellino è una piazza molto calda con una tifoseria calorosa e passionale ed è sempre stato un contesto in cui mi è piaciuto molto giocare da avversario”.

Il Catania nel cuore - “Le difficoltà del Catania? Parliamo di un club che ha fatto la storia. Anche se la società non è in una buona situazione, i calciatori in campo danno tutto per la maglia. Si tratta di una piazza importante dove la tifoseria sta vivendo un problema particolare, dato che si rischia di andare in categorie inferiori. Nonostante le difficoltà ci sono calciatori che possono fare la differenza, Moro su tutti. La Turris? Mi ha fatto una grande impressione, adesso ha avuto una battuta d’arresto, ma resta una squadra che gioca un buon calcio”.