Benevento

“La politica europea di incentivo alle rinnovabili, per una tendenza ambigua del Governo, non viene declinata opportunamente”.
Parte da qui Camillo Campolongo presidente Wwf Sannio per spiegare il motivo che ha portato in piazza le associazioni ambientaliste (ben 43 movimenti) per una mobilitazione nazionale contro le 50 nuove centrali a gas, previste su tutto il territorio italiano.
“Si prevedono – prosegue Campolongo - dunque altrettanti interventi per favorire gli impianti, con nuovi tratti di metanodotti. Il gas è una risorsa fossile e come è necessario liberarci di petrolio e carbone è allo stesso modo necessario liberarci anche del gas. Fare investimenti adesso significa concentrare 30 miliardi di risorse, impegnandoli per i prossimi 50 anni, un orizzonte assolutamente incompatibile con il cambiamento climatico in atto”.
“A tutto gas. Ma nella direzione sbagliata. Contro le bufale fossili e nucleari” lo slogan scelto per l'appuntamento che in Campania ha toccato luoghi simbolo del problema. A Benevento i volontari hanno scelto la cornice di piazza IV Novembre per far sventolare le bandiere verdi e sensibilizzare la popolazione alla questione rilanciando, in particolare, la battaglia contro la proposta dalla società “Luminosa” in località Ponte Valentino, “con la quale si produrrebbero circa 1400 tonnellate annue di ossidi di azoto, 850 di ossido di carbonio e 1870 di anidride carbonica, che andrebbero ad appesantire ulteriormente il già fragile microclima della città di Benevento, sempre agli ultimi posti come qualità dell’aria su scala nazionale, per non parlare dell’incidenza sulle malattie dell’apparato respiratorio, e costituirebbero di fatto la principale fonte di inquinamento dell’intera provincia”.

“Dall'iniziativa di oggi – spiega ancora Campolongo – intendiamo riaprire un confronto sul tema della centrale nell'area di Ponte Valentino”. Pone dubbi sulla possibilità di “iniziative più forti per bloccare l'iter amministrativo” ma promette “sicuramente faremo valere le nostre ragioni di impatto ambientale in un contesto non locale ma globale, in cui deve essere il Governo a fermare o diminuire fortemente l'installazione delle centrali”.
E poi gli ambientalisti indicano la strada “Occorre investire più decisamente nelle rinnovabili, per il risparmio e l'efficienza energetica e in politiche nuove di sostegno alle comunità energetiche. Un impegno che non deve essere solo a Roma o a Bruxelles ma deve essere declinato anche a livello locale da Comuni, Province e tutti gli enti che possono sostenere questa politica di riduzione delle emissioni e sostegno alle rinnovabili e al risparmio energetico”.