I docenti del Liceo Classico Pietro Giannone di Benevento intervengono per dire no alla guerra, proponendo la seguente riflessione:
"Viviamo in tempi difficili. Nessuno avrebbe mai potuto pensare che saremmo stati colpiti da due grandi tragedie, la pandemia e una guerra, e a così breve distanza.
Di fronte a eventi di tale natura ogni parola appare inopportuna, inadeguata, retorica. Eppure bisogna correre il rischio e provare a esprimere l’indignazione per ciò che sta accadendo e la preoccupazione per il dispiegarsi di un potenziale distruttivo che rischia di travolgere, se incontrollato, l’intero mondo di diritti, di libertà e di pace che abbiamo costruito e cercato di preservare in questi ultimi settantasette anni.
È vero, ci sono state altre guerre, anche a noi vicine, alle quali abbiamo guardato a volte con solidarietà e coinvolgimento emotivo, altre con colpevole indifferenza, ma questa non è solo una guerra che minaccia l’Europa, i suoi valori, i principi su cui faticosamente ha improntato la propria esistenza. È il baratro sull’abisso di un conflitto nucleare che rischierebbe di annientare l’intera umanità.
La nostra Costituzione, all’articolo 11, ricorda che l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali e invita a creare le condizioni per cui si faccia tutto il possibile e anche l’impossibile per scongiurare un conflitto che, da qualsiasi parte si combatta, produce morte, distruzione, annichilimento. Chi potrà mai restituire una vita umana perduta per sempre, i suoi progetti, la sua storia, quello che avrebbe potuto dare al mondo? Come possono rimarginarsi le ferite psicologiche in un bambino o una figlia che ha visto i propri genitori cadere sotto le bombe? Che ha sentito l’odore aspro e feroce della rabbia che ha l’uomo quando perde se stesso? Cosa può ricostruire nell’essenza storica una città che racchiude la memoria di una comunità, col suo portato di arte e di bellezza, quando viene ridotta a un cumulo di macerie? La guerra è sempre un fallimento: il fallimento della ragione e della civiltà. È la risposta della forza bruta sulla riflessione e sull’intelligenza.
Noi, docenti del Liceo Classico Pietro Giannone, nella gravità del momento che stiamo vivendo, consapevoli dell’ingenuità di molti appelli, ma non per questo tacitati, nel condannare l’aggressione ai danni di un paese sovrano, ci uniamo a quanti si stanno mobilitando, in tutti i modi e con ogni mezzo, perché cessi il massacro di civili e di soldati, ucraini e russi, e ci si sieda al tavolo dei negoziati. Non c’è alternativa alla via diplomatica: chiunque sia in grado di mediare, la Ue o altri organismi internazionali ed extraeuropei, si attivi, concretamente, per cercare una soluzione e per provare ancora a costruire una speranza.
Non c’è modo di impedire che le pulsioni di morte che sono alla base delle guerre siano eliminate: ciononostante possiamo e dobbiamo neutralizzarle con quelle di vita, quelle che ci spingono a superare l’aggressività e a deviarle verso obiettivi socialmente, culturalmente e umanamente auspicabili. Possiamo, altresì, utilizzare il principio di cautela nell’evitare passi falsi che possano configurare pericoli futuri più devastanti e irreversibili. Soprattutto non possiamo arrenderci all’ineluttabilità del male né alla disperazione: abbiamo il dovere di esplorare tutte le strade che la nostra intelligenza ci prospetta e percorrerle. Fino allo sfinimento.
Non è in gioco solo la nostra civiltà, ma la vita di milioni di esseri umani che stanno soffrendo, da innocenti, le scelte volute e fatte da altri. È a loro che va il nostro pensiero e a cui chiediamo di volgere lo sguardo: si può ancora fermare questo vortice che sta risucchiando esistenze, legami affettivi, valori. E, se si può, si deve.
Erasmo da Rotterdam, incarnazione altissima dei valori umanistici, commentava negli Adagia un noto proverbio latino: “Dulce bellum inexpertis” (“La guerra è dolce per quelli che non l'hanno sperimentata”). Eredi degli stessi valori, condanniamo, con le sue parole, ogni guerra come assurda, belluina, selvaggia".
Di seguito le firme dei docenti:
Albini Maria Maddalena
Aversano Anna
Bagnoli Paola
Barone Donato
Bosco Angelo
Calabrese Massimiliano
Campagnuolo Giulia
Campanelli Nunzia
Carolla Angela
Caruso Paola
Colucci Susanna
Conti Caterina
Cosentini Natalia
Coviello Angela Violetta
Cuordoro Giampiero
D’Agostino Annapina
D’Onofrio Elena
De Cicco Angelo
De Duonni Luisa
De Lauri Antonio
De Nigris Annalaura
De Toma Miriam
De Tomo Laura
De Vito Teresa (Dirigente Scolastico)
Del Core Mariateresa
Del Gais Paola
Esposito Francesca
Faiella Donato
Gentile Angela
Grelle Annalisa
Intorcia Elena
Leoni Isabella
Lombardi Loredana
Luciano Cinzia
Maglione Paola
Mandato Ivana
Masone Lucia
Mazzone Stefania
Mercuro Linda
Oliviero Franco
Pastore Annamaria
Pisano Leandro
Politi Luciano
Romano Claudia
Sguera Nicola
Simeone Teresa
Soldatesca Jenny
Tedesco Rita
Varricchio Giuseppina
Ventura Sara
Zampelli Piera
Zilla Cristina