Benevento

Terminate le conferenze stampa di questa mattina della Cia di Benevento e Avellino, il documento, sottoscritto in maniera unitaria dalle confederazioni degli agricoltori sannita ed irpina, sarà ora sottoposto al presidente della Regione Vincenzo De Luca al quale i rappresentanti Cia hanno chiesto un incontro urgente.

Stop al commissariamento della Camera di Commercio riunita irpina-sannita e via all'insediamento degli organismi 'tradizionali'. Camera di commercio unica per due province bloccata proprio dal commissariamento deciso dalla Regione dopo una serie di ricorsi presentati da alcune associazioni. Una diatribe giudiziaria che ha però paralizzato la normale funzione dell'Ente camerale.

Di qui il documento politico redatto da le Cia - Agricoltori Italiani di Avellino e Benevento rappresentate rispettivamente dai presidenti Stefano Di Marzo e Carmine Fusco supportati dalla dirigenza di Cia Campania con il presidente Raffaele Amore, oggi all'appuntamento irpino, e il direttore regionale Mario Grasso che invece ha fatto tappa presso la sala conferenze della Cia di Benevento. Chiedono "il superamento dello stallo politico in cui versa la Camera di Commercio Irpinia-Sannio e il ripristino della governance politica dell’Ente. Dopo un iter di fusione delle due Camere di Avellino e Benevento durato sei anni - spiegano  i dirigenti dell'associazione degli agricoltori -, nel maggio 2021 è stato decretato il commissariamento proprio nell’ultima fase, ovvero sulla nomina degli organismi, per un ricorso sulla veridicità della rappresentanza di alcune organizzazioni, che non interessa in alcun modo le due Confederazioni di Avellino e Benevento. A questo bisogna aggiungere una maturata convergenza di più associazioni a costituire l’organo di governo camerale, con la condivisione delle rappresentanze”.

La Cia dice basta al commissariamento che ha inevitabilmente portato “all’impossibilità di supportare con appositi provvedimenti, le imprese e il commercio locale, azzerando ogni opportunità di rilancio nella stagione post pandemia. In questo modo le quote del diritto camerale versate dalle aziende associate restano nel cassetto, indebolendo ulteriormente le occasioni di rilancio produttivo, economico e sociale delle due province. Infatti in questa lunga fase di attese procedurali le imprese sono state aggredite dalla pandemia prima, e dall’impennata dei prezzi di materie prime e carburanti poi. Senza contare l’urgenza di aprire un dialogo per arginare lo spopolamento e programmare una strategia condivisa in grado di sollevare le economie locale e creare lavoro. Ad oggi la chiusura dell’iter giudiziale stenta ad arrivare e le due Camere sono ferme al palo”.

Tutto ciò ha portato la Cia a rompere il silenzio e chiedere un intervento “del Governatore De Luca per sbloccare lo stallo e restituire una guida politica, non solo alle imprese in difficoltà, ma anche a quel progetto di rafforzamento dell’ente camerale irpino-sanita, utile a rilanciare e innovare le aziende. Nel solco di una intensa attività di promozione e valorizzazione dell’agroalimentare condotto dalla Confederazione a tutti i livelli di rappresentanza territoriale, testimoniato anche da un’ampia condivisione delle rappresentanze, la Cia chiede lumi alla Regione, propone di avanzare sull’ufficializzazione dell’ente camerale e di ratificarne l’insediamento con i 33 componenti già designati quattro anni fa”. La confederazione chiede in alternativa “di valutare l’opportunità di azzerare la procedura e ripartire ex novo”.

Insomma una situazione che nuoce alle imprese e nella fattispecie a quelle agricole o dedite all'allevamento che comunque continuano a pagare i diritti camerali come qualsiasi altra azienda.

“Riteniamo che sia arrivato il momento di uscire da questa situazione e per questo chiediamo di incontrare il governatore De Luca in tempi stretti” ha tuonato il presidente regionale Raffaele Amore che ha rimarcato: “Le nostre imprese hanno diritto ad avere una Camera di Commercio come luogo di incontro, confronto e di rilancio di idee”. Camera di Commercio nata infatti proprio per “creare sinergie tra settori oggi fondamentali per creare una forza unica contro la crisi”.

“La Camera di Commercio è completamente ferma nella programmazione e promozione delle imprese” l'allarme del presidente della Cia irpina, Stefano Di Marzo. Una preoccupazione condivisa anche dal numero uno della Confederazione italiana degli agricoltori sanniti, Carmine Fusco: “Stiamo ricevendo tante e vibranti lamentele da parte delle nostre aziende associate che chiedono anche di iniziare a creare tavoli per uno sviluppo territoriale e per i mercati esteri per il made in Sannio o Irpinia. Particolare questo chiesto da tutte le realtà produttive delle aree interne anche contro lo spopolamento che sempre più riguarda i nostri territori”.

“Basta commissariamento. Capiamo le difficoltà e il percorso della giustizia ma oggi le imprese non possono più fare a meno della Camera di Commercio, che specialmente in questo momento dovrebbe essere la cabina di regia per le aziende e organizzare la ripresa” il monito del direttore regionale Mario Grasso che ringrazia il consigliere regionale Erasmo Mortaruolo che nei giorni scorsi aveva appoggiato l'iniziativa della Cia. “In questo momento – ha concluso Grasso – serve l'intervento della Regione, del presidente De Luca”.

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